«Andrò in Iran, la mia visita è stata solo rinviata, non cancellata. Ora c’è la campagna elettorale (per le presidenziali del 12 giugno, ndr) ma intanto il ministro Mottaki riceverà il mio inviato per discutere di Afghanistan e Pakistan». Lo afferma il ministro degli Esteri Franco Frattini, in un’intervista pubblicata oggi sul quotidiano La Repubblica. Il titolare della Farnesina ribadisce l’invito rivolto a Teheran di partecipare alla conferenza regionale per la stabilizzazione di Afghanistan e Pakistan, in programma il mese prossimo a Trieste nell’ambito del G8, perché, sottolinea, «si è finalmente compreso» che un «coinvolgimento iraniano» è necessario. «Il messaggio è chiaro e lo ripeto – dice Frattini rivolgendosi direttamente all’Iran – vi aspettiamo a Trieste per lavorare insieme, da interlocutori responsabili, per dimostrare a chi vi teme che siete pronti ad impegnarvi in senso positivo».



Il ministro spiega inoltre le ragioni che lo hanno spinto, nelle settimane scorse, a rimandare per la seconda volta la missione: «Io avevo accettato di andare in Iran per preparare con cura una riunione del G8 seria e decisiva, dedicata alla stabilizzazione di Af-Pak. Se però mi chiedono di andare nel luogo da cui è stato appena lanciato un missile, io rinuncio». Per quanto riguarda poi il dossier nucleare, il capo della diplomazia italiana osserva come il format negoziale del 5+1 (i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu più la Germania) «non ha dato risultati» ed è stato «apparentemente liquidato» dal presidente Ahmadinejad : «Se si continua a pensare che il 5+1 risorga e faccia dopo le elezioni iraniane quello che non ha fatto in due anni e mezzo, credo ci si sbaglierebbe di grosso», conclude Frattini.

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