Alla tensione che regna da una settimana in Iran, si è aggiunto oggi anche un clima di grande confusione, con notizie contrastanti che si sono susseguite per tutta la mattinata, soprattutto sulla possibilità che una manifestazione dell’opposizione in programma per il pomeriggio possa svolgersi o meno. Dopo che ieri la Guida suprema, ayatollah Ali Khamenei, aveva affermato che i raduni «devono cessare», oggi la polizia ha ammonito l’ex candidato moderato alle presidenziali Mir Hossein Mussavi e quello riformista Mehdi Karrubi che chiunque insister nell’organizzare manifestazioni illegali sarà «affrontato severamente e perseguito penalmente».



Nemmeno le manifestazioni svoltesi per quattro giorni consecutivi da lunedì a giovedì, che avevano radunato centinaia di migliaia di persone, erano state autorizzate. Ma il clima sembra cambiato oggi, dopo il monito di Khamenei. Gli organizzatori ufficiali della manifestazione odierna, i religiosi moderati e riformisti dell’Associazione del clero combattente, hanno fatto sapere di avere revocato l’iniziativa, temendo gravi scontri con le forze di sicurezza. Ma ancora non si sa se gli altri sostenitori di Mussavi rinunceranno anch’essi all’iniziativa.



Sul fronte legale, intanto, svaniscono le speranze di Mussavi e Karrubi di ottenere l’annullamento delle elezioni per presunti brogli. Il Consiglio dei Guardiani, incaricato di sovrintendere alla regolarità delle elezioni, ha fatto sapere di essere pronto a ricontare solo «il 10 per cento dei voti, scelti a caso». E del resto sia Mussavi sia Karrubi avevano rinunciato a partecipare ad un incontro convocato oggi dal Consiglio.

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