Gli Stati Uniti hanno formalmente chiesto alle autorità israeliane di bloccare un progetto edilizio nel rione Sheikh Jarrah, a Gerusalemme est.

Lo riferisce la stampa locale, secondo cui al centro della vicenda c’é l’Hotel Sheperd, che secondo i piani dovrebbe essere raso al suolo per consentire la realizzazione di un progetto edile di una trentina di edifici destinati ad una organizzazione ebraica.



L’edificio fu costruito all’inizio del secolo scorso dal Mufti (guida religiosa islamica) Haj Amin al-Husseini. Nella stessa zona, nel medesimo periodo, suoi congiunti edificarono altri palazzi significativi: fra questi la Orient House (ex sede di istituzioni dell’Olp) e l’American Colony, un edificio oggi adibito ad albergo. La demolizione dell’ Hotel Sheperd desta dunque notevole fermento fra i palestinesi di Gerusalemme est.



E la risposta del premier Benyamin Netanyahu non si è fatta attendere: “Gerusalemme unificata è la capitale del popolo ebraico e dello stato di Israele. La nostra sovranità a Gerusalemme non può essere messa in discussione”.

“La nostra politica – ha proseguito il premier israeliano – è che tutti gli abitanti di Gerusalemme possono acquistare appartamenti in tutto il territorio urbano”

“Israele – ha concluso – non può accettare il principio che ebrei non abbiano il diritto di acquistare o di costruire appartamenti in ogni parte di Gerusalemme est… Mi immagino cosa accadrebbe se qualcuno proponesse che ebrei non possano vivere o acquistare (appartamenti) in determinati rioni di Londra, New York, Parigi o Roma. Di certo sentiremmo elevate proteste internazionali. A maggior ragione non è possibile accettare limitazioni del genere a Gerusalemme est”.