Mentre gli osservatori internazionali invitano alla calma e alla prudenza in merito a risultati e “proiezioni” del voto effettuato nei giorni scorsi, arrivano dichiarazioni al vetriolo da parte del principale antagonista dell’attuale premier Hamid Karzai. Abdullah Abdullah, che tra l’altro è stato ministro degli esteri proprio per l’attuale presidente, ha parlato di massicci brogli che si sarebbero verificati durante le votazioni nel paese afgano, già notevolmente scosso da minacce e intimidazioni dei talebani. Durante una conferenza stampa, Abdullah ha detto: “ i rapporti che abbiamo ricevuto in merito sono allarmanti”. Tali parole seguono alle diverse dichiarazioni in questi giorni e in queste ore dello staff elettorale di Karzai. Il generale Mohammad, responsabile della campagna elettorale del presidente uscente, ha detto: “l’impressione che abbiamo è che stiamo vincendo ampiamente e che non ci sarà bisogno di un ballottaggio”, aggiungendo comunque che “per una conferma dovremo attendere la Commissione elettorale indipendente, l’unica autorizzata ad annunciare i risultati”.



Il portavoce della missione Onu in Afghanistan, Alim Sedik, ha riaffermato con forza che “ogni dichiarazione di vittoria o sconfitta fatta da un candidato nelle elezioni presidenziali è prematura e l’unico organismo che può ufficializzare la situazione è la Commissione elettorale indipendente (Iec).” E proprio quest’ultima ha fatto sapere che sarà in grado di fornire dei primi risultati parziali a partire dal 25 agosto.



Questo periodo di passaggio tra il voto e i suoi risultati scorre dunque tra dichiarazioni, pronostici e commenti anche e soprattutto da parte dell’opinione pubblica. Oggi il quotidiano Afghanistan Times di Kabul, considerato vicino a Karzai, ha scritto che “un ballottaggio non serve”, sarebbe anzi solamente dannoso per il paese. Perché? Ecco le motivazioni: “nella situazione attuale – scrive il quotidiano – un eventuale secondo turno non avvantaggia la nostra gente”. “Se le elezioni vanno al ballottaggio, ci saranno molti svantaggi per la gente, il governo e la comunità internazionale. Da un punto di vista economico, un secondo turno richiederebbe milioni di dollari. Sarebbe difficile un finanziamento da parte della comunità internazionale.”

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