Gigliola Martino è la prima vittima italiana della tragedia di Haiti. Settant’anni, nata a Port au Prince da genitori italiani (Aida Fiore e Nicola Martino) di lei ha scritto per primo “La Gente d’Italia”, il quotidiano d’informazione indipendente diretto da Mimmo Porpiglia, già console onorario di Haiti in Italia.
Morta nell’unico ospedale della capitale sfuggito al sisma, per le gravi ferite riportate nel crollo della sua abitazione, non aveva voluto lasciare il paese neppure dopo che il marito Guy fu  assassinato da una banda di delinquenti. Ma Gigliola Martino aveva resistito a tanti dolori , tante prove: la morte del figlio e del fratello Nicolas. Con il figlio Riccardo era proprietaria di un’impresa di pulizie.



Conosciutissima nella comunità francese ed haitiana, Gigliola Martino era tra le ultime italiane ad Haiti che faceva ancora la pasta in casa, che cucinava il ragù la domenica. I Caprio e i Martino sono infatti presenti ad Haiti da oltre un secolo dalla lontanissima Teora, piccolo centro della provincia di Avellino. I Martino hanno negozi di scarpe e pelletteria sulla Grand Rue, i Caprio, invece, posseggono una finanziaria con gli uffici sulla Grand Rue.
Due famiglie intrecciate, inseparabili, che hanno fatto la storia italiana di questo paese.

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