Nei Paesi arabi e mediorientali sempre più famiglie ricorrono alla fecondazione artificiale chiedendo che il nascituro sia maschio.
E’ boom di fecondazioni artificiali, nei paesi arabi e mediorientali. In Iran, nei Paesi del Golfo, i Maghreb o in Libano la famiglie più abbienti, che possono permettersi di sborsare 4 o 5mila euro per l’operazione si rivolgono sempre più spesso a centri specializzati, con richieste bene precise. Il nascituro dovrà essere sano. E, soprattutto, dovrà essere maschio. Di norma la scelta è motivata dal retaggio culturale, oltre che per la volontà delle famiglie di compensare, in certi casi, la presenza prevalente di femmine nella stessa famiglia.
CLICCA >> PER CONTINUARE A LEGGERE L’ARTICOLO
Lo rivela un articolo de Il Corriere della Sera che testimonia come, ad esempio, nell’ospedale giordano Farah Hospital si sia passati in un anno da 380 interventi a 500. «In Giordania le coppie più giovani vogliono meno figli. Ma esigono che siano maschi. È un retaggio della nostra cultura: un maschio “vale” più d’una femmina», ha spiegato Abir Dabaneh, capo del Centro studi femminili dell’Università di Amman.
Leggi anche: MEETING CAIRO/ Farag (volontario): ha ridato una speranza a chi non aspetta più nulla
Leggi anche: MEETING CAIRO/ Al-Jibaly (giudice): la Sharia non può essere legge dello Stato