Il 15 per cento del traffico internet Usa è stato dirottato, registrato e decriptato verso i server cinesi.

Diciotto lunghissimo minuti, in cui il 15 per cento di tutto il traffico internet statunitense, una mole di dati impressionanti, è stato dirottato in Cina. 18 minuti in cui le informazioni trasmesse, tra l’altro, da e verso siti del Pentagono, del Senato, della Nasa o dei servizi di intelligenze, sono state – con molta probabilità – registrate e decriptate. E’ accaduto l’8 aprile 2010, ma lo ha reso noto solo di recente il National Defense Magazine dopo la denuncia di un rapporto di 300 pagine della U.S.-China Economic and Security Review Commission, la Commissione Usa-Cina per la sicurezza, presentato al Congresso. I dati sono stati convogliati nei server cinesi in seguito all’invio di informazioni di routing sbagliate di China Telecom che hanno fatto sì che venisse scelto un percorso diverso da quello abituale.



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E’ stato soltanto un errore? China Telecom smentisce, e dichiara di non aver mai dato luogo al fenomeno, chiamato IP hijacking. Sta di fatto che neanche le autorità Usa sono in grado di stabilire accertare che fine abbiano fatto quei dati. In ogni caso, Dmitri Alperovitch, vice presidente della società McAfee, non ha dubbi: siamo in presenza di «uno dei più grandi attacchi di hijacking, o forse il più grande in assoluto, che si siano mai visti». E ha aggiunto: «Potrebbe accadere ancora, dovunque e in qualsiasi momento. Cosa è successo al traffico della rete mentre era in Cina? Nessuno lo saprà mai».



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