La condanna a morte di Asia Bibi non verrà eseguita. Lo dice il ministro degli esteri Frattini, confermando di aver ricevuto assicurazioni in tal senso dal presidente del Pakistan, Zardani.
Profonda gratitudine per Zardani, ha aggiunto Frattini, che ha informato il segretario di Stato vaticano Bertone del fatto. “Una vicenda che deve essere da esempio per altri Paesi” ha detto ancora il ministro. Il processo di Asia Bibi sarà rivisto, è quanto assicura il presidente pachistano. Forse in tal senso ha giocato la scesa in campo per la donna cristiana condannata a morte in un primo processo per blasfemia, di Ali Jinnah, il padre della patria, estensore della Costituzione pakistana.
Questi avrebbe «sposato la campagna per salvare Asia Bibi e per abrogare la legge sulla blasfemia». Jinnah avrebbe anche dichiarato che se lo Stato e le istituzioni non si fanno promotori della difesa delle minoranze, «diventano complici del loro martirio». In Pakistan inoltre sono sempre di più gli intellettuali e le personalità, islamiche e non che stanno dando voce alla volontà di abrogare la legge sulla blasfemia.