La California Cryobank, Inc. è una delle più prestigiose e famose banche del seme a livello mondiale. Opera nel settore da più di trent’anni e si vanta di essere azienda leader del baby design. Ai clienti offre un’incredibile gamma di possibilità. Sono ben nove, ad esempio, le diverse tonalità cromatiche dei capelli in catalogo per i nascituri (neri, biondi, castani, biondi scuri, castani scuri, castani chiari, rossi, rossi scuri, rossi fragola), capelli che possono essere ricci, lisci od ondulati, mentre arrivano a sei i differenti colori degli occhi (nero, azzurro, marrone, verde, grigio, verde scuro).



Si possono scegliere fino a dodici tipologie di razze, mentre per la carnagione le opzioni arrivano a cinque, e nove sono i gruppi sanguigni messi a disposizione. Trenta sono le aree di professione dei potenziali donatori (dall’agricoltura al trasporto, in rigoroso ordine alfabetico) e ben sette i differenti livelli di istruzione, mentre centotre sono le nazionalità di provenienza del seme.



Colpisce il fatto che tra le varie offerte vi sia pure l’opzione religiosa, come se la fede fosse connessa al Dna. Nel delirio genetico, infatti, la California Cryobank concede l’alternativa di ben dieci religioni, dimenticando che la fede può nascere solo da un’educazione o dalla grazia di un incontro e non ha nulla a che vedere con l’acido desossiribonucleico.

Scott Brown, Communications Director della California Cryobank si vanta di precisare che l’azienda «offre un servizio sociale e democratico a donne single e coppie gay, che rappresentano il sessanta per cento della clientela», e «a coniugi sterili che possono coronare il sogno di avere un figlio simile al poster che avevano appeso da ragazzi in camera da letto».

Ebbene, proprio la California Cryobank, Inc. è tornata ancora una volta alla ribalta delle cronache per l’iniziativa denominata CCB Donor Look-a-Likes™. Si tratta della possibilità concessa alle mamme che leggono i rotocalchi rosa, che amano il cinema e la televisione, o ai padri appassionati di sport, di poter scegliere il seme da donatori somiglianti a celebrità. La California Cryobank sul punto è chiara: «si può scegliere tra attori, atleti, musicisti, o chiunque altro sia abbastanza famoso da essere finito sul web».

La lista è lunghissima (più di 600 nomi che vanno dall’attore canadese Aaron J. Buckley a quello taiwanese Zheng Yuan Chang) e non è ancorata a particolari canoni estetici, visto che vi si possono trovare anche personaggi come Bill Gates. Sebbene si tratti più che altro di un’illusione, priva di fondamento scientifico, l’iniziativa ha avuto un successo insperato e il numero delle mamme che desiderano un figlio sosia di Tom Cruise e George Clooney cresce a livello esponenziale.

C’è, però, qualcosa di patologico in una cultura che tende all’omologazione persino nei tratti somatici. Una società in cui tutti si assomigliano secondo criteri e parametri predeterminati, è qualcosa che fa venire i brividi, e più che ricordare le farneticazioni eugenetiche naziste del Neue Mensch, richiama le profezie distopiche di Aldous Huxley. Sembra l’avveramento del New Brave World, romanzo del 1932, nel quale si preconizzava la produzione in serie applicata anche alla riproduzione umana, attraverso la fecondazione artificiale.

 

Fortunatamente, per ora, la scienza non è ancora giunta al livello delle aberrazioni genetiche huxleyane, e la clonazione ai fini riproduttivi è ancora vietata in tutto il mondo, per cui la CCB Donor Look-a-Likes™ si riduce, in realtà, a poco più che un’esagerazione pubblicitaria.

 

Per una volta tanto possiamo essere d’accordo con il laicissimo, e quindi insospettabile, Los Angeles Times, che, dopo aver bollato l’iniziativa della California Cryobank come «incredibilmente stupida», ha aggiunto: «Se qualcuno desidera un figlio che assomigli a una celebrità, forse non è ancora davvero pronto per essere un genitore». Non si può dargli torto.