Il premio Nobel Muahmmad Yunus, fondatore del rivoluzionario sistema del microcredito, è accusato di aver trasferito sul conto di una banca che non ha nulla a che fare con il microcredito, ben 47 milioni di euro. Lo avrebbe fatto una quindicina di anni fa, prendendo donazioni del governo norvegese e girandole a una azienda privata senza infornare il governo norvegese.
La notizia è emersa oggi ma i fatti risalgono tra il 1996 e il 1998. Un reporter danese ha compiuto ricerche durate mesi e in un documentario preparato per la tv del suo paese cerca di dimostrare che Yunus, “il banchiere dei poveri”, girò segretamente alla Grameen Kalyan, una sua società operante nel settore dei servizi per la salute, la somma di sette miliardi di taka bengalesi (74,5 milioni di euro) donati dal governo norvegese (ma anche da quelli di Svezia, Olanda e Germania) per finanziare prestiti a piccoli imprenditori attraverso la Grameen Bank.
Il governo norvegese in passato aveva richiesto la restituzione dei soldi ottenendone una piccola parte. Il Nobel si giustificò definendo fiscale questa operazione, ma un ministro norvegese la definì inacettabile. Yunus è l’inventore del sistema del microcredito, attraverso cui la gente più povera del terzo mondo riesce ad ottenere prestiti monetari.
Ma il giornalista danese si è recato in alcuni villaggi e ha raccontato: «A Jobra abbiamo incontrato la figlia della prima persona che ottenne un microcredito, Sufiya Begun. Siamo poi stati nell’Hillary Village, dove la ex first lady americana Clinton dichiarò appoggio a Yunus e alla sua banca. E abbiamo visto solo povera agente che dal microcredito non ha guadagnato nulla, se non altri debiti».