Chi ha deciso che l’Australia è un continente e non un’isola? Probabilmente uno dei (pochi) abitanti della Groenlandia, che così facendo si è aggiudicato il privilegio di abitare nella più grande isola del pianeta terra. Già, perché l’Australia non viene considerata un’isola – benché, ovviamente, lo sia – ma parte di un continente, l’Oceania.
Con i suoi 2.175.600 chilometri quadrati, la Groenlandia è dunque l’isola più grande del mondo. Peccato per i 7.617.930 chilometri quadrati della terra dei canguri, dunque… Quasi agli antipodi una dall’altra, Groenlandia e Australia si sfidano per imponenza e opposte caratteristiche atmosferiche: glaciale una, quasi desertica l’altra.
Per i suoi 60mila abitanti, questa grande isola ai confini del Polo Nord è la Terra degli uomini (in groenlandese Kalaallit Nunaat, “Terra degli uomini”); per i danesi che ancora oggi ne sono i proprietari (fa alquanto sorridere che una nazione minuscola come la Danimarca di soli 43.094 chilometri quadrati possegga un territorio di oltre due milioni di chilometri quadrati) essa è la Grønland, la “Terra verde”. Terra verde questo deserto di ghiaccio?
Già proprio così: a confutare certe teorie sull’inquinamento fonte del surriscaldamento globale, la Groenlandia testimonia piuttosto che i cambiamenti climatici fanno parte della storia del pianeta. Quando vi arrivò il re islandese Erik il Rosso, cacciato in esilio dalla sua Islanda, intorno all’anno Mille, si viveva un periodo di caldo climatico, il cosiddetto periodo caldo medievale.
Quella grande isola ai quei tempi non era del tutto ghiacciata, anzi, possedeva ampie pianure verdeggianti tanto che Erik il Rosso la battezzò appunto “Terra verde”. Si sono infatti trovate testimonianze di forme di agricoltura sviluppatesi soprattutto nella parte sud dell’isola. Gli scavi archeologici hanno messo in luce tracce di banchetti durante i quali si è consumata carne bovina e ovina. Si sa che lo stesso Erik il Rosso possedeva delle stalle in cui allevava fino a cento capi di bovini (oggi su 2650 chilometri di costa groenlandese non pascolano più di qualche decina di bovini).
La Groenlandia fu colonia norvegese della Norvegia fino a l 1814 quando passò sotto il controllo della Danimarca. Oggi è una contea del Regno Unito di Danimarca con ampia libertà e si sta anche lavorando a una sua futura indipendenza. Gli abitanti originari di questa grande isola appartengono alla famiglia degli Inuit, discendenti a loro volta dai thule: arrivarono in Alaksa dalla Siberia nel 500 dopo Cristo e un gruppo dil oro arrivò fino in Groenlandia.
Sono gli eschimesi. Il nome "Thule" deriva dalla città di Thule nella Groenlandia nordoccidentale dove furono trovati per la prima volta i resti archeologici di questa civiltà. I collegamenti tra Thule e gli Inuit sono biologici, culturali e linguistici.
– Curiosamente, la parte più settentrionale dell’isola, quella più vicina al Polo Nord, non è coperta dai ghiacci come lo è invece praticamente tutta la Groenlandia. Nella parte nord l’aria è troppo secca per poter produrre neve. La calotta glaciale ricopre tutto l’interno del paese e arriva a uno spessore massimo di 3000 metri.
Tutte le coste dell’isola sono costituite da un fittissimo intrico di fiordi e isolotti creati dall’erosione dei ghiacci nel corso dei millenni: quasi dovunque in Groenlandia, la calotta glaciale inizia appena i fiordi lasciano il posto alla terraferma, e quasi tutte le città e gli insediamenti umani sorgono quindi su isolotti.
Per questo non esiste una rete stradale degna di nota, e tantomeno ferrovie. Se i ghiacci si sciogliessero, la Groenlandia apparirebbe in realtà come un gigantesco arcipelago.
L’ULTIMA THULE – E’ proprio la parte settentrionale della Groelandia a essere denominata Ultima Thule. Un nome che evoca misteri e fantasie, citata già ai tempi del poeta Virgilio. In realtà il primo a parlarne fu l’esploratore greco Pitrea che nel 300 circa avanti Cristo arrivò fin quassù. I racconti amplificati di creature bizzarre, popolazioni misteriose e quant’altro diffuse il mito dell’Ultima Thule, l’ultima frontiera della civiltà prima del grande ignoto.
I poeti, da Virgilio a Henry Wadsworth Longfellow l’hanno celebrata in versi; la Repubblica di Weimar l’ha utilizzata come modello per una delle sue mitiche società nordico-germaniche; i nazisti ne fecero il luogo di provenienza della razza ariana. Sicuramente, condizioni metereologiche permettendo, è una terra affascinante da visitare per chi ama il turismo coraggioso ed estremo. L’aurora boreale, la tundra, le colonne di ghiaccio e i giganteschi ghiacciai da cui si staccano gli iceberg sono alcune delle cose più belle da vedere sul nostro pianeta.
E poi i caratteristici igloo, le abitazioni di ghiaccio degli eschimesi, i fiordi, le slitte trainate dia cani, i miraggi provocati dal ghiaccio.