L’agenzia di stampa Agi ha realizzato una mappa delle situazioni di rischio dei cristiani perseguitati con il pretesto delle celebrazioni natalizie. Eccone un piccolo riassunto.

Ancora sotto accusa per la vicenda di Asia Bibi (leggi l’intervista esclusiva de IlSussidiario.net a Nazir Bhatti, condannato per blasfemia) la legge sulla blasfemia continua ad essere un potenziale pericolo per i cristiani del paese. Proprio nel giorno di Natale, infatti, la Conferenza dei partiti cristiani ha deciso di dar vita a un’imponente marcia per le strade del Pakistan per chiedere l’abolizione del provvedimento. Una scelta che ha suscitato le ire dei musulmani.



Soprattutto nell’Orissa i cristiani indiani, pur avendo fatto progressi tangibili nel campo della integrazione e del dialogo interreligioso, sono ancora nel mirino dei fanatici Indù. I fondamentalisti hanno infatti annunciato per il giorno di Natale un raduno nel distretto di Kandhamal in memoria di un membro della loro tribù, Khageswar Mallick, che nel 2007 rimase ucciso mentre tentava di assalire una chiesa.



Questa volta è il blocco di una costruzione di una chiesa nel governatorato di Giza ad essere ragione di scontri: il mese scorso due copti sono rimasti uccisi e 150 sono stati arrestati a seguito delle proteste.

 

Attacchi e violenze hanno funestato la vigilia di Natale in Nigeria. Esplosioni a catena a Jos, nello stato centrale di Plateau, hanno provocato la morte di almeno 32 persone e il ferimento di altre 72 mentre altre sei persone sono rimaste uccise durante la messa di Natale in attacchi compiuti da presunti estremisti islamici contro due chiese a Maiduguri, nel nord-est del più popoloso Paese africano. Una delle due chiese è stata anche data alle fiamme e tra le sei vittime figura un sacerdote. La Nigeria è il Paese dove probabilmente nell’ultimo decennio si sono registrati gli scontri a matrice religiosa più cruenti al mondo. A complicare le cose le vicine elezioni Subito dopo le feste, infatti, inizieranno le primarie del partito al governo (PDP) e i delegati dovranno scegliere tra il candidato del nord a maggioranza musulmana, Atiku Abubakar, e il presidente in carica, Goodluck Jonathan, originario del sud cristiano.



 

Il Consiglio degli Ulema dell’Indonesia, il piu’ alto organismo islamico del Paese, ha definito “eccessivi e provocatori” gli addobbi natalizi nei centri commerciali e negli altri luoghi pubblici: sarebbero offensivi nei confronti della maggioranza musulmana. Circa il 90% dei 234 milioni di indonesiani pratica l’Islam. Nel Paese, tuttavia, e’ presente una minoranza cristiana spesso perseguitata da gruppi radicali musulmani.

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