Alla consegna del Nobel per la Pace al dissidente Liu Xiaobo non si presenteranno 19 Paesi.

Alla cerimonia di assegnazione del premio Nobel per la Pace al dissidente Liu Xiaobo, ad esser notate maggiormente saranno le assenze. A cominciare dal vincitore del Nobel. Che venerdì, a Oslo, non ci sarà. Condannato in Cina per per incitamento alla sedizione dopo aver sottoscritto il documento “Carta 08”, che chiede riforme democratiche, deve infatti scontare 11 anni di carcere. Al suo posto, una sedia vuota, una fotografia e un suo scritto letto dall’attrice norvegese Liv Ullmann. Non ci saranno neanche la moglie Liu Xia, agli arresti domiciliari da quasi due mesi, e i suoi fratelli, ai quali è vietato lasciare il Paese. Mancherà, ovviamente, una delegazione di Pechino che, negli ultimi tempi, sta facendo pressioni su diplomatici e attivisti dei diritti umani “suggerendo” loro di non partecipare alla cerimonia.



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Oltre alla Cina, infine, non si presenteranno altri 18 Paesi, ciascuno per ragioni diverse, la maggioranza dei quali è unita dal mancato rispetto degli elementari diritti civili: si tratta di Russia, Kazakhstan, Colombia, Tunisia, Arabia Saudita, Pakistan, Serbia, Iraq, Iran, Vietnam, Afghanistan, Venezuela, Filippine, Egitto, Sudan, Ucraina, Cuba e Marocco.



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