Un mese è passato dal tragico giorno del terremoto che ha segnato la vita di Haiti. Nella nuova pagina del diario, che Fiammetta Cappellini ha inviato a ilsussidiario.net, il racconto della vita sul campo, tra le tende blu in cui una nuova vita riesce a nascere e un acquedotto da aggiustare in fretta per ridare l’acqua alle persone.
14 febbraio, Port-au-Prince, Haiti
In questi giorni abbiamo celebrato un mese dal terremoto con una messa presso la struttura dei missionari Scalabriniani, dove è sepolto il vescovo Miot. È sempre stato un luogo di riferimento per la zona e lo ancor di più in questo momento.
Chiara, il nostro medico, è sempre lì, assieme ad altre persone tra cui l’amica suor Marcella. Padre Bepi è molto paterno e accogliente, apre le porte a tutti, ed è un’istituzione qui a Port au Prince. È stata un’occasione per ritrovarci e per pregare per le persone che hanno perso la vita in questo disastro.
Le giornate sono molto frenetiche. Ci siamo dedicati al montaggio delle tende della protezione civile italiana. Simone dice che non è mai stato cosi bruciato dal sole (e pensare che è siciliano!). Qualche piovasco ha gettato il panico e questa è la priorità. Un luogo dove stare e ripararsi.
Il problema dell’acqua è diventato durissimo cosi abbiamo chiesto aiuto al nostro collega Andrea Fabiani che è venuto da Les Cayes, l’altro polo di Avsi, per aiutarci con il depuratore che ci ha dato la protezione civile: la situazione dell’acqua era infatti tale da renderlo inutilizzabile. Così l’intervento di Andrea, che a Les cayes sta seguendo il ripristino di un acquedotto, insieme ai volontari ha fatto sì che da qualche giorno ci siano 7.500 litri di acqua al giorno per le circa 1.200 persone del campo.
Ieri mattina abbiamo registrato una neonata: è nata nella sua tenda di stracci, due metri per due, dove vivono anche mamma, papa, zia e 4 fratellini. Oggi abbiamo potuto a tempo record assegnare loro una tenda nuova ed è stata una vera festa.
Dopodiché abbiamo portato le prime 5 tende al campo Parc Bobi. Anche qui grandi feste! È un campo molto grande, precario, cui nessuno si dedicava… finchè siamo arrivati noi… Cosí, vedendo che le attività hanno impatto e danno risultati, il medico dei pompieri spagnoli ha deciso di prolungare la sua missione di dieci giorni per restare a darci una mano: da lunedi verrà sul terreno con noi e Chiara avrà un altro aiuto per i nostri ambulatori.
Ci sentiamo presi tra un profondo desiderio di un po’ di pace, e una frenesia che ti spinge a non fermarti di fronte all’infinito bisogno. Che sta sbucando anche ora dietro l’angolo. Dobbiamo preparare la richiesta dei farmaci e dei cibi terapeutici per i bambini denutriti. E così devo salutarvi e tornare al lavoro!
Fiammetta