Rinchiuso in un carcere dell’Ohio, in attesa del suo triste epilogo, ha deciso di farla finita prima. E così Lawrence Reynolds, 43 anni, condannato nel ’94 alla pena capitale per omicidio, ha tentato di togliersi la vita. Lo avrebbe fatto ingerendo una quantità impressionante di farmaci. Reynolds è stato ritrovato nella sua cella privo di sensi, ma vivo. Da lì a 24 ore lo avrebbero dovuto trasferire nella prigione in cui avrebbe subito l’iniezione letale.



– Per una beffa del destino, e per un sistema penale alquanto controverso che prevede ancora la pena di morte, le vicissitudini dell’uomo non hanno avuto ancora fine: i soccorsi sono stati immediati, Reynolds è stato ricoverato in ospedale, e la sua vita è salva; ora, sarà possibile applicare nei suoi confronti la sentenza di morte. Il governatore dello Stato, Ted Strickland, infatti, ha deciso di rinviare l’esecuzione di una settimana



E’ già la seconda volta che la condanna a morte di Reynolds è stata rinviata. Lo scorso 8 ottobre avrebbe dovuto subire l’iniezione letale. Il boia, tuttavia, in un caso analogo, non era riuscito a trovare la vena e tutte le condanne da eseguirsi con quella modalità erano state sospese.

Nonostante i progressi dell’umanità e la diffusione di una coscienza a livello mondiale che contempli l’applicazione dei più elementari diritti umani, sono ancora numerosissimi i Paesi che applicano la pena di morte. Sono, in particolare, 45 gli stati nel mondo in cui la sentenza capitale è legittimata dalla legge ed è applicata.Tra questi, stupiscono, in particolare, il numero di stati nei quali vige un regime democratico liberale. 



Gli stati in questione sono Bahamas, Botswana, Giappone, India, Indonesia, Mongolia, Stati Uniti d’America.

Gli altri Paesi sono: Afghanistan, Arabia Saudita, Autorità Nazionale Palestinese, Bahrein, Bangladesh, Bielorussia, Ciad, Cina, Corea del Nord, Cuba, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, Giordania, Guinea, Guinea Equatoriale, Iran, Iraq, Kuwait, Libano, Libia, Malesia, Nigeria, Oman, Pakistan, Qatar, Repubblica Democratica del Congo, Singapore, Siria, Somalia, Sudan, Thailandia, Uganda, Vietnam, Yemen e Zimbabwe. 

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I paesi che hanno abolito la pena di morte per ogni tipo di reato sono 97, 43 quelli che l’hanno abolita de facto (quelli che senza modificare le proprie leggi hanno assunto un impegno internazionale a non farne più uso), mentre  8 stati la applicano ancora in casi eccezionale, come in tempi di guerra. Cinque Paesi, infine, hanno approvato la moratoria internazionale contro la pena di more pure senza modificare le proprie leggi.

 

 –  Albania, Andorra, Angola, Argentina, Armenia, Australia, Austria, Azerbaigian, Belgio, Bermuda, Bhutan, Bolivia, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Burundi, Cambogia, Canada, Capo Verde, Cipro, Città del Vaticano, Colombia, Costa d’Avorio, Costarica, Croazia, Danimarca, Ecuador, Estonia, Filippine, Finlandia, Francia, Georgia, Germania, Gibuti, Grecia, Guinea Bissau, Haiti, Honduras, Irlanda, Islanda, Isole Cook, Isole Marshall, Isole Salomone, Italia, Kirghizistan, Kiribati, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Macedonia (Ex Repubblica Iugoslava di), Malta, Mauritius, Messico, Micronesia (Stati Federati della), Moldova, Monaco, Montenegro, Mozambico, Namibia, Nepal, Nicaragua, Norvegia, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Palau, Panama, Paraguay, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Repubblica Dominicana, Romania, Ruanda, Samoa, San Marino, São Tomé e Principe, Senegal, Serbia, Seychelles, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Sudafrica, Svezia, Svizzera, Timor Est, Togo, Turchia, Turkmenistan, Tuvalu, Ucraina, Ungheria, Uruguay, Uzbekistan, Vanuatu e Venezuela.

 

Brasile, Cile, El Salvador, Figi, Israele, Kazakistan, Lettonia e Perù.

 

Tra parentesi l’anno dell’ultima esecuzione – Antigua e Barbuda (1991), Barbados (1984), Belize (1985), Benin (1993), Birmania (1988), Brunei Darussalam (1957), Burkina Faso (1988), Camerun (1988), Comore (1997), Congo (1982), Corea del Sud (1997), Dominica (1986), Eritrea (non risultano esecuzioni dall’indipendenza del paese nel 1993), Gabon (1985), Gambia (1981), Ghana (1993), Giamaica (1988), Grenada (1978), Guyana (1997), Kenia (1987), Laos (1989), Lesotho (1995), Liberia(2000), Madagascar (1958), Malawi (1992), Maldive (1952), Marocco (1993), Mauritania (1987), Nauru (nessuna sentenza eseguita dall’indipendenza, 1968), Niger (nessuna esecuzione o condanna a morte dal 1976), Papua Nuova Guinea (1957), Repubblica Centroafricana (1981), Santa Lucia (1995), Saint Vincent e Grenadine (1995), Sierra Leone(1998), Sri Lanka (1976), Suriname (1982), Swaziland (1982), Tanzania (1994), Tonga (1982), Trinidad e Tobago (1999), Tunisia (1991) e Zambia (1997).

Algeria, Guatemala, Mali, Russia e Tagikistan.
 

 

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  – Negli Usa, ben 38 dei 50 stati che compongono la federazione prevedono la pena di morte nei loro ordinamenti, anche se 4 di questi (Kansas, New Hampshire, New Jersey e New York) non hanno giustiziato nessuno dal ‘76. Ci sono altri due casi, inoltre, in cui la legislazione prevede la condanna a morte: si tratta della giustizia militare, e di quella federale, cioè di quei casi in cui i reati vengano considerati talmente gravi e in tali circostanze da essere sottratti al giudizio dei singoli Stati.

 

 I reati federali per i quali è prevista la pena di morte sono 42. Tra questi figurano l’alto tradimento, lo spionaggio, gli omicidi di membri della Cia, del Fbi, della Dea. Sono considerati reati federali anche gli omicidi compiuti in un parco nazionali o sulle principali autostrade.

 

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– Ogni Stato ha le proprie modalità di esecuzione della pena capitale. Di norma la più usata è l’iniezione letale, ma esistono anche altre procedure, Queste sono la sedia elettrica, l’impiccagione, la fucilazione, la camera a gas. A livello federale il metodo stabilito è quello dello Stato che ha emesso la sentenza. 

– I processi per reati che prevedono la pena di morte, sono divisi in due fasi distinte: nella prima fase viene emessa la sentenza, decretata da una giuria popolare che stabilisce se l’imputato è colpevole o innocente. Nella seconda face un giudice, la stessa giuria, o un corte composta da tre giudici (quest o varia a seconda degli Stati) stabilisce la pena. Sono divisi in due fasi anche i processi d’appello, una per la sentenza e uno per la pena

 – Nel 2008 gli Stati Uniti hanno registrato il numero più basso di esecuzioni, 37, contro il record di 98 del 1999. Il 98 per cento di queste è stato realizzato dagli Stati del sud e quasi la metà, il 45 per cento, dal solo Texas. Il record negativo si è verificato in seguito alla moratoria di fatto delle esecuzioni, applicata dal 25 settembre 2007 al 6 maggio 2008. Allora le pene che avrebbero dovuto essere eseguite sono state bloccate dalla Corte Suprema, dalle Corti d’Appello federale o dal Presidente Usa. Sta di fatto, tuttavia, che nel 2008 le sentenze di condanna con pena capitale solo state 111, il numero più basso da quando, nel ’76, venne reintrodotta la pena di morte dopo una breve parentesi in cui era stata sospesa per sospetto di incostituzionalità. Il numero di detenuti nei bracci della morte, sempre a fine 2008, ammontava a 3.297, il più basso dal 2000, quando fu registrato il record di 3.593 detenuti.

 

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Nel 2008, 585 esecuzioni capitali sono state inflitte in Paesi islamici. Di queste, la maggioranza sono state eseguite in seguito a una stretta applicazione della Sharia, la fonte di legislazione universale islamica fondata sul corano. In particolare, sono 19 i Paesi in cui vige la pena di morte che si richiamano alla Sharia.

  

Questa è la più terribile delle punizioni islamiche. Il condannato è avvolta in un sudario bianco e interrato fino alle ascelle se donna, fino alla vita se uomo. Funzionari appositi o cittadini incaricati scagliano contro di loro delle pietre. Queste non devono essere troppo piccole né troppo grandi, in modo da provocare una morte lenta e dolorosa. L’agonia può durare anche ore. Nel 2008 sono state eseguite tre condanne del genere in Iran, nei confronti di tre uomini condannati per adulterio. Un’altra, la più crudele, in Somalia, contro una bambina di 13 accusata anch’essa di adulterio.

L’IRAN E I MINORI – L’Iran è l’unico Paese al mondo che punisce con la pena di morte i minorenni o i minorenni all’epoca del reato. Nel 2008 sono stati almeno 13 i minorenni giustiziati in Iran, 8 nel 2007

 Si calcola che, nel 2008, siano state almeno 5.727 le esecuzioni capitali effettuate in 26 paesi. I dati, tuttavia, non sono completi, dal momento che in certi casi è impossibile accertare i numeri precisi . La triste certezza è che, al di là dei dati ufficiali, queste siano molte di più.

 

I Paesi che nel corso del 2008 hanno applicato la pena di morte

 

Cina: almeno 5.000
Iran: almeno 346
Arabia Saudita: almeno 102
Corea del Nord: almeno 63
Stati Uniti: 37
Pakistan: almeno 36
Iraq: almeno 34
Vietnam: almeno 19
Afghanistan: almeno 17
Giappone: 15
Yemen: almeno 13
Indonesia: 10
Libia: almeno 8
Sudan: almeno 5
Bangladesh: 5
Bielorussia: 4
Somalia: almeno 3
Egitto: almeno 2
Emirati Arabi Uniti: almeno 1
Malesia: almeno 1
Mongolia: almeno 1
Singapore: almeno 1
Siria: almeno 1
Bahrein: 1
Botswana: 1
Saint Kitts e Nevis: 1

 

(Fonte: nessunotocchicaino.it)