Nel 2007 destò davvero scalpore la foto surreale di quell’americano con il “pancione”, in dolce attesa di un bebè. L’immagine del “Pregnant Man” (l’uomo in cinta) fece il giro del mondo. La notizia è che oggi, quell’uomo è di nuovo in stato interessante per la terza volta. Davvero un record: tre figli in tre anni. Come si spiega questo “scherzo” della natura, è presto detto. Tracey Lagondino nasce femmina ma con un’innata propensione a sentirsi maschio.



Anche per questo si lega sentimentalmente a Nancy, instaurando con lei un rapporto omosessuale. E’ talmente forte l’amore che Tracey prova per Nancy, che decide di sposarla. Piccolo particolare, però, è che il matrimonio tra persone dello stesso sesso nell’Oregon, dove vive la coppia, non è riconosciuto.

Anche per questo, allora, Tracey si decide al grande passo. Ricorrendo alla chirurgia, si trasforma in uomo e diventa, per l’anagrafe, Thomas Beatie. Può così coronare due sogni: raggiungere la tanto agognata mascolinità e sposare la sua compagna. Che Tracey/Thomas avesse le idee un po’ confuse, però, lo dimostra il fatto che pur decidendo di diventare uomo a tutti gli effetti, attraverso l’operazione chirurgica, sceglie comunque di mantenere gli organi riproduttivi femminili.



Spiega questa sua originale scelta in un’intervista rilasciata, nel 2008, alla celebre conduttrice televisiva statunitense Oprah Winfrey: «Ho deciso di mantenere il mio apparato riproduttivo perché volevo avere un figlio un giorno. Vedo la gravidanza semplicemente come un processo biologico e non come qualcosa che definisce la mia sessualità». In realtà Thomas sapeva bene che la moglie Nancy non avrebbe mai potuto avere figli a causa di un’operazione di isteroctomia totale subita in passato.

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Per coronare il proprio desiderio di paternità/maternità, Thomas ha dovuto sospendere la terapia ormonale cui si era sottoposto prima di metter su famiglia, in modo da consentire il ritorno del ciclo mestruale e poter, quindi, concepire. Ricorrendo, ovviamente, alla fecondazione assistita eterologa, grazie al seme donato da uno sconosciuto. A causa della ricostruzione chirurgica del seno, Thomas Beatie non può allattare i suoi bambini. Per questa incombenza ci deve pensare una balia, mentre di tutto il resto si occupa amorevolmente la moglie Nancy, madre putativa dei bebè.



Non oso immaginare lo stato di confusione mentale di quei poveri figli, partoriti dal padre grazie al seme di uno sconosciuto, allattati da un’estranea e accuditi da una mamma di cui ignorano l’esatta funzione. Se questo è il futuro che ci prospettano le nuove frontiere della bioetica, lo scenario che ci attende appare assai peggiore delle peggiori profezie distopiche vaticinate dagli scrittori di fantascienza. Supererebbe la pur fervida ed immaginifica fantasia di Aldous Huxley, Karel Čapek, Isaac Asimov, o Pierre Boulle. C’è di che essere preoccupati.

La notizia della gravidanza di Thomas Beatie mi ha fatto venire in mente le recentissime polemiche scaturite dalla decisione della Commissione europea di autorizzare la coltivazione della patata OGM Amflora, prodotta dalla multinazionale Bayer, decisione con cui si è posto fine all’embargo sulle nuove colture di organismi geneticamente modificati, che resisteva nell’Ue dall’ottobre del 1998.

Un carosello vivace di proteste si è levato contro il provvedimento comunitario anche da parte di ambientalisti, verdi, greenpeacer, ecologisti, naturalisti, forti di un sondaggio che mostra come il 74% degli europei sia contrario agli OGM. Sono volate parole grosse. Si è parlato di «aberrazione contro natura», di «arrogante atto di violenza per forzare la natura ai progetti dell’uomo», di «stupro dell’ordine naturale del creato». Chissà cosa pensano questi strenui difensori dell’ordine naturale del creato – sempre pronti ad indignarsi quando si tratta di piante o animali – di quello che Thomas Beatie ha fatto della natura umana.