Il principe Carlo d’Inghilterra, erede al trono, incolpa Galileo dei mali moderni. E’ quanto si deduce dal discorso che il Principe Carlo ha tenuto davanti ai membri del Centro per gli studi islamici dell’Università di Oxford, istituzione di cui è patrono. Le parole più o meno esatte dell’erede al torno del Regno Unito, citando un articolo del New York Times che le riporta in questa forma, discutendo di uno dei suoi argomenti preferiti, l’ambiente, Carlo ha annunciato che il principale problema sorge da «una crisi interiore e profonda dell’anima» e che la de-animazione dell’umanità risale probabilmente a Galileo.
Nella sua opinione, il materialismo e il consumismo rappresentano uno squilibrio, «dove il pensiero meccanicista è predominante» e che «risale almeno all’asserzione di Galileo che non c’è nulla in natura se non quantità e movimento». Ha descritto la visione scientifica come un affronto a tutte le «sacre tradizioni» del mondo. Il risultato è che la natura è ormai considerata un oggetto – lei è diventata essa – e ci siamo concentrati sull’aspetto materiale della realtà, secondo lo schema di Galileo. Parole che hanno suscitato clamore, specie tra i rappresentanti dell’ambiente scientifico che hanno sentito un attacco al loro sistema di valori e di lavoro.
– Particolarmente duro l’articolo del New York Times dove si denuncia il vuoto di pensiero che attanaglia il Principe Carlo, le sue pericolose dichiarazioni contro la storia e infine, partendo dal luogo in cui è tenuto il discorso, il pericolo dell’islamizzazione dell’Europa. L’autore del pezzo cita “un recente documento pubblicato dal Forum islamico d’Europa, un gruppo dedicato alla restaurazione del califfato islamico e alla imposizione della sharia. «Il lavoro principale» nell’instaurazione di un futuro impero islamico, annuncia, «è in Europa, perché è questo continente, nonostante tutto il clamore sulle sue conquiste, ad avere un vuoto morale e spirituale».
"È qui che tutto l’insulso blaterare circa l’«anima» dell’universo è diretto. Una volta che i princìpi della scienza e della ragione che abbiamo conquistato a fatica saranno stati screditati, il mondo non passerà nelle mani di ingenui erbivori che si circondano di cristalli e svengono di fronte alle poesie di Khalil Gibran. Il «vuoto» sarà invece invaso da fondamentalisti determinati di ogni risma, che già conoscono la verità attraverso la rivelazione e che cercano un potere concreto e reale qui e ora”.