Con un comunicato reso noto martedì 22 giugno le autorità della città di New York hanno fatto sapere che in 844 metri cubi di detriti provenienti dalle rovine delle Torri Gemelle, sono stati individuati 72 nuovi frammenti umani appartenenti alle vittime dell’attentato dell’11 settembre 2001. Ufficialmente, la ricerca di resti umani era stata sospesa già nel febbraio 2005, ma già l’anno successivo erano state riaperte. Questo ultimo ritrovamento, poi, riapre le speranze dei familiari che ancora non hanno avuto alcun resto dei propri cari periti nella tragedia dell’11 settembre. Questi nuovi detriti sono stati recuperati durante recenti nuovi lavori di sistemazione di Ground Zero, l’area in cui le Twin Towers e altri edifici sono crollati dopo l’attacco aereo di nove anni fa. Sull’area infatti si lavora continuamente in vista della possibile sistemazione definitiva.
I detriti erano stati portati nell’usuale discarica di Staten Island, il Fresh Kill Landfills, dove da anni vengono trasportate ed esaminate le macerie del crollo. Le condizioni in cui sono stati ritrovati i 72 frammenti umani, secondo le autorità scientifiche, permetteranno di studiarne il dna e di identificare altre vittime ancora ignote. Nelle settimane immediatamente successive gli attentati, tra le rovine portate nella discarica era facile trovare orologi, portafogli, scarpe, anelli e pezzi di vestiti che permettevano di identificare i morti. Adesso si cercano solo piccoli frammenti di ossa. Dei quasi 3mila morti dell’11 settembre, alla data del gennaio 2010 risultano infatti identificati i resti di 1626 delle vittime su un totale di 2.752 morti.
In totale sono stati ritrovati 21.744 resti umani, di cui 12.768 identificati. Nel 2005 le autorità avevano dichiarato che le ricerche di resti umani si dovevano ufficialmente considerare chiuse. Alla data del 23 febbraio 2005 risultavano trecento persone il cui corpo era stato ritrovato praticamente intero; circa 1600 vittime identificate; oltre 1.100 morti ancora non identificati. Di questi, 800 erano stati identificati grazie al dna. Erano stati ritrovati circa 20.000 resti di corpi umani. 6.000 dei quali così piccoli da essere contenuti in ampolle da laboratorio. Altri 10.000 parti di resti umani erano ancora non identificati, mentre 200 parti di resti umani sono state identificate come appartenenti a una sola persona. Il che da la misura della potenza devastante delle esplosioni avvenute l’11 settembre 2001.
Secondo le autorità mediche impegnate nei riconoscimenti dei resti umani, le condizioni in cui vengono ritrovati i resti delle persone rimaste uccise, cioè piccoli frammenti ossei, non dipende né dall’impatto degli aerei che si schiantarono sui palazzi né dagli incendi sviluppatisi, né dal crollo dei grattacieli. Tali fatti non avrebbero ridotti i resti a condizioni tali da impedirne l’identificazione come invece accaduto. Ciò che ha reso quasi impossibile l’identificazione di tanti resti è stato il tipo di distruzione che ha colpito gli edifici: essa ha “convertito” le parti non metalliche a una polvere omogenea, inclusi i corpi umani. Tale distruzione dei corpi impedirà per sempre riconoscere ad esempio quelli dei terroristi che guidavano gli aerei.
Un anno dopo la decisione di sospendere le ricerche, più di 300 frammenti di ossa umane furono ritrovate sul tetto della Deutsche Bank, un edificio poco distante dalle Torri Gemelle. Gli operai erano intenti al suo abbattimento. I familiari delel vittime richiesero che si riaprisse la ricerca di resti umani. Nell’ottobre del 2006, poi, altri resti umani furono ritrovati in due tombini poco distanti e nell’aprile del 2008 i resti di altre quattro vittime furono identificati grazie a del materiale usato originariamente per costruire una strada che ricoprisse Ground Zero. Il Fresh Kill Landfills, considerata la più grande discarica degli Stati Uniti, aperta originariamente nel 1948, è la zona dove sin da subito sono state portate le macerie del crollo.
Era stata chiusa proprio nel marzo del 2001 e riaperta immediatamente dopo gli attentati. Le parti più grosse dei resti dei palazzi, ad esempio le parti d’acciaio, sono state usate per i vari memorial che sono stati inaugurati, a round Zero, davanti al Pentagono e in Pennsylvania dove si schiantò l’ultimo aereo. Ventiquattro tonnellate di acciaio sono invece state riutilizzate per la costruzione di una nave da guerra, la USS New York. Nell’insegna della nave sono raffigurate le Torri Gemelle e i colori dei dipartimenti di New York che per primi hanno risposto all’emergenza dell’11 settembre. A tutt’oggi innumerevoli sono state le dichiarazioni secondo le quali Osama Bin Laden, mente ispiratrice degli attentati dell’11 settembre 2001, sarebbe stato ucciso.
Di fatto, tutte smentite anche perché non è mai stato ritrovato un cadavere. Secondo gli americani, Bin Laden sarebbe già stato ucciso durante l’attacco all’Afghanistan del 2002, durante i durissimi bombardamenti della zona montuosa dove si sarebbe trovato nascosto. Innumerevoli anche i suoi messaggi registrati senza però alcun video che sono emersi dopo il 2001. L’ultimo dei quali lo scorso risalente allo scorso 25 marzo di quest’anno. Al Qaeda, sebbene non sia più stata in grado di organizzare un attentato della portata di quello dell’11 settembre, è sempre molto attiva specialmente in Iraq dove la gran parte degli attentati terroristici che funestano il paese sono a cura dell’organizzazione.
Pochi giorni fa, il 20 giugno, Adam Gadhan, un portavoce di Al Qaeda conosciuto anche come Azzam al-Amriki, nato nel 1978 nel sud della California, ha chiesto agli Stati Uniti di ritirare le forze militari da Iraq e Afghanistan, , interrompere il sostegno a Israele, non intervenire nelle questioni intere dei musulmani, liberare tutti i detenuti musulmani. Sono le condizioni chieste da Al Qaeda per arrivare a una tregua fra l’organizzazione e l’America.