Il feto sotto le 24 settimane di vita non soffre. A sostenere che il feto sotto le 24 settimane di vita non soffra e – quindi – che entro quel termine sia legittimo l’aborto, Royal College of Obstetricians and Gynaecologists.
Da Londra arriva l’ennesimo annuncio shock in fatto di bioetica: «Il feto non soffre se ha meno di ventiquattro settimane, dunque non esistono ragioni per cui il limite dell’aborto venga abbassato»: si tratta delle conclusioni alle quali sono giunte i medici inglesi dopo un studio condotto dal Royal College of Obstetricians and Gynaecologists, secondo il quale le connessione nervose del feto non sono ancora sviluppate, all’interno dell’utero, al punto tale da consentire la percezione del dolore. Vanno sempre più in fumo le speranze di chi da anni tenta di far abbassare il limite limite delle 24 settimane di gestazione, imposto dalle legge del ‘67. «Purtroppo questo rapporto sottolinea il fatto che il Rcog condona gli aborti in tarda gravidanza e ignora la realtà delle questioni etiche e scientifiche coinvolte in una terminazione in uno stato di gestazione così avanzato», ha commentato Josephine Quintavalle, la più nota anti-abortista inglese.
«La posizione del primo ministro è che si farà guidare dalla scienza e che attualmente non esistono piani di cambiare la legge», ha dichiarato, invece, il portavoce del premier britannico. Erano stati proprio gli antiabortisti inglesi a commissionare lo studio, sostenendo che il feto provasse dolore già alla 20esima settimana di vita.