“I musulmani sono nostri fratelli”. Lo ha detto Papa Benedetto XVI durante un incontro con i giornalisti in aereo durante il viaggio verso Cipro. Ha invitato i cristiani ad avere “una comune capacità di dialogo” con i musulmano che “sono nostri fratelli nonostante le diversità”. Il Papa ha parlato del prossimo sinodo Vaticano sul Medio Oriente (10-24 ottobre), auspicando che sia occasione per far crescere questo dialogo fra le religioni: “Una visione comune e nonostante tutti i problemi nel dialogo con loro. Tutti i tentativi per una convivenza sempre più fruttuosa e fraterna sono molto importanti”. Riferendosi al recente omicidio di monsignor Luigi Padovese, Benedetto ha sostenuto che esso non ha nulla a che fare con la Turchia o con i turchi: “Di sicuro non si tratta di un assassinio politico, religioso”.
Una volta giunto a Cipro, durante la cerimonia di accoglienza a Pathos, il Papa si è invece soffermato sul difficile ruolo dei cristiani che vino in Medio Oriente. “Si trovano ad affrontare circostanze difficili ma hanno un insostituibile ruolo da sostenere nella pace e nella riconciliazione tra i suoi popoli”. A proposito del paese che lo ospita, ha aggiunto: “Cipro è perciò un luogo appropriato dal quale lanciare la riflessione della nostra Chiesa sul posto della secolare comunità cattolica del Medio Oriente, la nostra solidarietà con tutti i cristiani della regione e la nostra convinzione che essi hanno un insostituibile ruolo da sostenere nella pace e nella riconciliazione fra i suoi popoli”.
– Sempre a proposito di Cipro e della sua divisione, Benedetto ha esortato la popolazione a uno sforzo comune: “Possano l’amore della vostra patria e delle vostre famiglie e il desiderio di vivere in armonia con i vostri vicini sotto la protezione misericordia di Dio Onnipotente ispirarvi a risolvere pazientemente i problemi che ancora condividete con la comunità internazionale per il futuro della vostra isola”. Il Papa si è poi soffermato sul difficile momento di crisi tra Israele e palestinesi: “In tutti questi episodi che viviamo c’è sempre il pericolo che si perda la pazienza, che si dica adesso basta e che non si voglia più cercare la pace. Ogni giorno dobbiamo imitare Dio nella sua pazienza; dopo tutti i casi di violenza, non bisogna perdere la pazienza e avere il coraggio di ricominciare”.
E ha ricordato il ruolo della Santa Sede: “Creare la disposizione del cuore per ricominciare di nuovo, nella certezza che possiamo andare avanti, che la violenza non è la soluzione”.