Iraq, città di Lahore. Un attentato terrorista fa oltre quaranta morti in un centro di preghiera sufi. Due persone si sono fatte esplodere in un tempio sufi della città di Lahore in Pakistan, ieri sera, quando migliaia di fedeli erano radunati in preghiera. Il mausoleo sufi è dedicato al santo dell’undicesimo secolo Abdul Hassan Ali Hajvery, noto anche come Data Ganj Baksh. Le vittime sarebbero 42; le autorità parlando anche di 175 feriti. Il capo della polizia di Lahore, Aslam Tareen, ha raccontato la dinamica dell’attentato: “La prima esplosione si è verificata nel cortile del tempio. Pochi minuti dopo un secondo attentatore suicida si è fatto esplodere dove i fedeli si lavano prima delle preghiere”.



Non è la prima volta che nella città di Lahore avvengono terribili attentati. I sufi sono la corrente più moderata dell’Islam, una forma religiosa che privilegia la meditazione e la preghiera. Il primo ministro pachistano Yusuf Raza Gilani ha condannato l’attentato suicida. In un messaggio di condoglianze alle vittime, riportato dall’agenzia App, Gilani ha detto che «simili attacchi non pregiudicano la volontà del governo di combattere la minaccia del terrorismo e di eliminare i militanti integralisti islamici». Il premier ha ordinato l’apertura di un’inchiesta. I talebani in un comunicato dell’ultima ora si dichiarano non responsabili di quanto accaduto.



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