Un donna, in Iran, ha confessato in tv di aver avuto una relazione adultera con un uomo assieme al quale ha ucciso il marito. Secondo il suo avvocato, la confessione è stata estorta con la tortura. La donna, da 4 anni in carcere, sarebbe stata torturata per due giorni di fila.

Una vicenda torbida, dagli oscuri contorni. L’ennesimo caso, con ogni probabilità, di angherie inflitte da un governo islamico ad una donna. Sakineh Mohammadi Ashtiani, mercoledì sera, alle 20.30, ha confessato, sulla tv nazionale iraniana di esser stata complice dell’omicidio del marito defunto e di aver consumato una relazione adultera con un uomo. Lo stesso uomo che le ha proposto di uccidere il coniuge, spinta dal quale avrebbe addormentato il marito con un’iniezione prima che l’uomo lo ammazzasse davanti ai suoi occhi. La donna ha anche accusato la stampa occidentale di essersi intromessa indebitamente nella vicenda. E ha rifiutato l’offerta di asilo del brasiliano Lula. Ora si avvicina la condanna. Non si esclude che la confessione sia vera. Non si esclude, anzi è estremamente probabile, che le sia stata estorta con la forza.



 

La donna, nel carcere Tabriz dove è rinchiusa da 4 anni, avrebbe confessato solamente per fare smettere le torture. Secondo l’avvocato Houtan Kian, che si occupa del caso, «è stata picchiata duramente e torturata finché non ha accettato di apparire di fronte alle telecamere». La donna ha 43 ani ed è madre di due ragazzi. «Suo figlio Sajad, di 22 anni, e sua figlia Saeedeh, di 17 anni – ha continuato l’avvocato, sono rimasti completamente traumatizzati nel guardare quel programma».



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