Case e proprietà confiscate agli italiani in fuga all’arrivo dei comunisti jugoslavi. Gli italiani scacciati dall’Istria e da altri territori della ex Jugoslavia potranno chiedere la restituzione dei beni confiscati dopo il 1945. La decisione, storica, arriva dall’Alta Corte croata che estende agli stranieri il diritto di restituzione dei beni confiscati dalla ex Jugoslavia. Una decisione storica appunto perché sempre disattesa per oltre cinquant’anni.



Da quando l’Istria, regione storicamente italiana, venne ceduta alla Jugoslavia in seguito ai trattati di pace conseguenti alla sconfitta italiana nella Seconda guerra mondiale. Furono in migliaia, nel 1947, gli italiani residenti nella regione che decisero di abbandonare case e averi pur di non vivere sotto il nuovo regime comunista del maresciallo Tito.



 

I vari provvedimenti approvati nel corso degli anni da quando la Croazia è diventata indipendente non prevedevano mai gli stranieri, ma solo i cittadini croati. “Come se la proprietà privata dipendesse dalle varie cittadinanze”, dice Furio Radin, presidente dell’Unione Italiana e deputato al parlamento croato (un seggio è riservato alla minoranza): “Aspettavamo da anni una sentenza del genere. Pochi credevano in un verdetto favorevole. Sembra invece che lo Stato di diritto abbia funzionato”.

Il trattato di pace di Parigi del 1947 aveva infatti stabilito che l’Italia pagasse alla Jugoslavia 125 milioni di dollari per i danni provocati alla Jugoslavia durante la guerra. La Jugoslavia, con una decisione unilaterale e non riconosciuta, si mise a confiscare tutti i beni degli italiani residenti nei territori passati a loro, come anticipo del risarcimento.



 

 

Dall’indipendenza della Croazia, nel 1991, sono 4.211 i cittadini stranieri che hanno avviato l’iter per la restituzione dei beni espropriati. In testa gli italiani (1.034), seguiti da austriaci (676), israeliani (175) e tedeschi (143). La restituzione non sarà così facile, comunque. Intanto perché andava presentata domanda entro il febbraio 2003. Poi perché, come già successo in Slovenia, lo stato ha rivenduto molte di queste proprietà a privati, rendendo di fatto impossibile ogni restituzione.