“L’anima mia è inquieta finché non riposa in te, mio Dio”. Uno dei testi a cui sono più legata è questo di Sant’Agostino, con cui inizia le Confessioni perché descrive esattamente quella che è la mia esperienza e anche l’esperienza descritta in questo libro. Il cuore di ogni uomo è inquieto finché non trova riposo in Dio.
Questo grido di Agostino mi fa tornare alla mente un testo buddista, in cui un uomo normale, che rappresenta ognuno di noi, chiede a Buddha; “Come può il mio cuore trovare riposo? Come può abbandonare la sofferenza e trovare la letizia?”.
Ecco, questo è il motivo per cui amo questo libro, il Senso Religioso, perché parla della mia stessa esperienza. Io sono stata battezzata 9 anni fa. Nei 40 anni precedenti ho vagato molto nella mia ricerca della verità, io che prima sono sempre stata di religione buddista ma che non ho mai trovato la vera pace in quella religione.
Dopo essere stata battezzata, ho fatto un viaggio in Europa, in Germania più precisamente a fare delle ricerche su una grande Santa, Ildegarda di Bingen, da cui ero fortemente attratta per la sua forte personalità e per la sua spiritualità. Volevo interrogare questa grande santa e trovare in lei le risposte che ancora cercavo da parte di Dio.
Quando sono tornata ho incontrato nella mia parrocchia i preti di Comunione e Liberazione. Ero andata a cercare una donna del passato, una donna del dodicesimo secolo e Dio mi ha risposto dandomi un gruppo di persone da incontrare: questa era la sua risposta alle mie domande. Una comunità fortemente legata al tempo di oggi, una comunità capace di rispondere alle domande che l’uomo del ventunesimo secolo ha.
Quando ho letto questo libro, all’inizio non riuscivo a capirlo bene. Poi ho capito che per comprenderlo dovevo partire dall’incontro con i tre preti di Comunione e Liberazione che avevo incontrato. Allora ho capito il nesso forte e potente che c’è tra queste parole e la vostra esperienza.
Voglio allora sottolineare alcune parole di questo libro che sono importanti per me.
PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA IL PULSANTE >> QUI SOTTO
Una parola per me fondamentale contenuta in questo libro è “in azione”. Giussani dice che per capire se stessi bisogna guardare a sé in azione. Quello che mi ha colpito e che voi fate così su di voi. Voi parlate di voi stessi della vostra esperienza e la giudicate e in questo modo lo insegnate anche a noi.
Infine nell’ultimo capitolo don Giussani dice che l’avvenimento dell’Incarnazione è un fatto nella storia, un fatto nel tempo che dà senso a tutto il tempo. Un fatto attraverso cui si può capire tutto ciò che è stato prima e tutto ciò che verrà dopo. Ecco, per me l’incontro con il cristianesimo, l’incontro con voi è stato questo fatto, attraverso cui io ho davvero potuto capire di più tutto ciò che mi è accaduto prima e tutto ciò che mi aspetta nel futuro.