Fredrik Ericsson, scalatore e campione di sci estremo, è morto sul K2, mentre stava accompagnando Gerlinde Kaltenbrunner al suo quarto tentativo di scalata.

Gerlinde Kaltenbrunner, per la quarta volta, è stata respinta dal K2. Questa volta, a farne le spese non è stato solamente il suo orgoglio, ma il suo compagno di scalate, Fredrik Ericsson. Alla scalatrice austriaca di 40 anni, che ha sconfitto 13 della 14 montagne più alte del mondo, mancava solo il k2 per entrare nella storia come la prima donna ad aver raggiunto la vetta senza aiutarsi con le bombole d’ossigeno. Ma, durante la salita, l’Alpinista e campione di sci estremo Fredrik Ericsson, di 35 anni, è morto. Lo svedese, l’anno scorso, vide morire sulla stessa cima il suo compagno di scalate, il trentino Michele Fait.



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Dopo che il 27 luglio ancora una colta la Kaltenbrunne non era riuscita nell’impresa, viste le buone condizioni del tempo aveva deciso di ritentare. Ralf Dujmovits, tuttavia, il marito della scalatrice, visto l’aggravarsi delle condizioni e il rischio di caduta massi aveva desistito. La tragedia è avvenuta sul Collo di Bottiglia, a quota 8.350. Nel 2008 vi persero la vita 11 alpinisti. Fredrik Ericsson è morto in quel tratto, compiendo un volo di 1000 metri. Ora sta nevicando, è aumentato il rischio di valanghe e la Kaltenbrunne sta tornando indietro.



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