Due musulmani sono stati condannati all’ergastolo, in Pakistan, in base alla legge sulla blasfemia.

Due musulmani, in Pakistan, sono stati condannati all’ergastolo dalla controversa legge sulla blasfemia. Si tratta di un imam e di suo figlio, Muhammad Shafi, 45 anni, e Muhammad Aslam, di 20. I due sono stati condannati, a quanto riferisce il quotidiano locale ”The Express Tribune”, da un tribunale della provincia del Punjab. Arrestati lo scorso aprile, sono stati giudicati colpevoli di aver strappato e distrutto un volantino di un evento islamico che commemorava la nascita di Maometto, nel distretto di Muzaffargarh.



La sentenza, in seguito, è stata comminata da un tribunale locale della città di Dera Gaza Khan al pagamento di una pesante ammenda. Pare che all’origine dell’episodio vi sia una lotta intestina tra diverse correnti islamiche. Il loro accusatore, l’uomo che li ha denunciati, non a caso, appartiene alla setta Deobandi, rivale di quella dei Barelvi, cui invece appartengono i due uomoni condannati.



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Nel frattempo, l’avvocato Arif Gurmani, ha annunciato l’intenzione di ricorrere in appello, dichiarando che l’accusa è stata «frutto di rancori personali». La condanna è giunta a pochi giorni dall’assassinio del governatore del Punjab Salman Taseer, ucciso per aver criticato la famigerata legge sulla blasfemia ed essersi speso in favore della librazione di Asia Bibi, condannata a morte lo scorso novembre proprio in base alla legge.

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