L’Australia intera si è commossa per il piccolo Jordan Rice, 13 anni, che si è sacrificato affinché il fratellino di 10 anni si salvasse dalle onde della devastante alluvione che ha colpito il paese.

Toowoomba, stato australiano del Queensland. Le piogge dirompenti hanno provocato devastanti alluvioni che hanno toccato anche una dei maggiori centri abitati del continente, la città di Brisbane, per l’esattezza la terza metropoli australiana con oltre due milioni di abitanti. Settimane di allagamenti che a un primo tragico conteggio portano il numero dei morti a 26 mentre altre 53 persone risultano disperse. Solo a Brisbane gli edifici allagati sono circa 30mila. Le piogge intense sono durate settimane: a provocarle il peggior fenomeno atmosferico che si sia mai visto da quelle parti del mondo, La Nina.



Il premier del Queensland ha descritto Brisbane come una zona di guerra: “Attualmente stiamo soccorrendo le persone, le stiamo ancora facendo evacuare. Quindi si può dire che siamo proprio nella fase clou della risposta all’emergenza”.

Le alluvioni hanno paralizzato le infrastrutture del Queensland e le esportazioni di carbone, facendo salire i prezzi mondiali di circa un terzo. In tutta questa sciagura, una storia terribile, ma allo stesso tempo così ricca di eroismo e di altruismo da commuovere l’Australia e anche il resto del mondo da quando ha cominciato a circolare. E’ la storia di Jordan Rice, ragazzino di 13 anni, che ha perso la vita nell’alluvione. Ma ha fatto un gesto speciale, unico, che probabilmente molti adulti al suo posto non avrebbero mai fatto.



Nei pressi della città di Toowoomba, Jordan, suo fratello Blake e la mamma Donna, si trovavano a bordo della loro vettura quando sono stati travolti da una ondata di piena. La situazione è apparsa subito disperata a quanti erano nei pressi e che fortunatamente erano riusciti a ripararsi dalle acque selvagge. I tre membri della famiglia Rice però si trovavano nel pieno del cataclisma. Con le acque che entravano in macchina, erano riusciti a salire sul tetto della vettura. Vista la situazione disperata, un uomo che aveva seguito tutta la scena, presa una corda, se la lega e si getta nelle acque per cercare di trarli in salvo.



 

Il primo che avvicina è proprio Jordan, il quale, vista la situazione, come raccontato dalla stessa persona che lo stava soccorrendo, non ha dubbi e gli dice: "Prima di me, salva mio fratello". Ha raccontato l’uomo che ha salvato il piccolo: "Avevo preso con me Jordan per primo, ma lui mi disse: Salva mio fratello. Probabilmente nessuno se lo ricorderà, ma per me quel ragazzino è un campione di tutti i campioni, un eroe di famiglia". L’uomo prende con sé il piccolo Blake, 10 anni, e lo porta al sicuro. Quando fa per tornare indietro, la corda si spezza. Jordan e sua mamma Donna sono ormai aggrappati a un albero mentre cercano di resistere alla furia delle acque. Jordan non ce la fa: scivola e finisce in acqua.

La madre si getta per soccorrerlo. Entrambi, non riemergeranno più dalla furia devastante. Il fratello maggiore di Jordan, Kyle, 16 anni, lo ha così ricordato: "Era molto timido, non parlava con nessuno ma quando si trattava della sua famiglia, beh, avrebbe fatto qualsiasi cosa per loro".

Il padre John Tyson così lo ricorda: "Non sapeva nuotare e aveva una gran paura dell’acqua. Posso solo immaginare il terrore che ha vissuto in quegli ultimi istanti e nonostante ciò ha dato la precedenza ala vita di suo fratello". Adesso su Twitter e sulla Rete arrivano per Jordan tantissimi messaggi: lo chiamano "un Angelo travestito da bambino".