Romania e Bulgaria potrebbero essere definitivamente estromessi dal trattato di libera circolazione di Schengen
A Romania e Bulgaria potrebbe essere definitivamente negato l’accesso all’accordo di Schengen, il trattato di libera circolazione, adozione di norme comuni alle frontiere e di cooperazione tra le forze dell’ordine nell’ambito dell’Unione europea. Ne fanno parte, oltre a 28 Stati membri, Islanda, Svizzera e Norvegia, mentre Regno Unito e Irlanda ne sono fuori.
Ad osteggiare fortemente l’entrata dei due Paesi, l’asse franco-tedesco che, nonostante la mediazione dell’Ungheria, di turno alla presidenza dell’Ue, ha fatto sì che la decisione fosse rinviata ad ottobre. A far propendere Francia e Germania per il rifiuto, problemi giuridici e di polizia, oltre al fatto che la situazione ai confini della Bulgaria con la Turchia non garantisce una barriera efficace all’immigrazione clandestina.
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Ad essere danneggiate, potrebbero essere soprattutto alcune imprese italiane, specie quelle venete. Secondo Unindustria Romania l’Italia nel 2009 esportato nella regione Balcanica prodotti per più di 10 miliardi di euro, equivalente delle esportazioni in Cina, Brasile ed India messe assieme. Al 2005, poi, erano 2.578 le imprese venete in Romania, il 22% delle 11.656 imprese italiane nel Paese.