RIVOLTA TUNISIA – Dopo la rivolta in Tunisia, il primo ministro del Paese, Mohammed Ghannouchi, annuncia che tutti coloro che sono stati coinvolti nella repressione delle proteste tunisine sotto il deposto presidente Zine El Abidine Ben Ali dovranno affrontare la giustizia. Ieri Mohammed Ghannouchi ha annunciato la formazione del governo di unità nazionale che preparerà le elezioni generali dopo la rivolta in Tunisia. Nel governo sono presenti anche tre rappresentanti dell’opposizione. Dopo la rivolta, negli ultimi due giorni sono rientrati dalla Tunisia circa 700 italiani ma «lo hanno voluto loro. In Tunisia non c’è assolutamente alcuna condizione di pericolo», con i trasporti aerei e marittimi che «funzionano regolarmente».



CLICCA SUL PULSANTE >> QUI SOTTO PER CONTINUARE A LEGGERE L’ARTICOLO SULLA RIVOLTA IN TUNISIA
 

 

 

RIVOLTA TUNISIA – Lo afferma il ministro degli Esteri, Franco Frattini, nel suo intervento a «La Telefonata» su Canale 5 aggiungendo che, nonostante la rivolta, «gli stessi imprenditori italiani sul luogo hanno detto che non abbandoneranno la Tunisia». «Dopo il passo di ieri, con la formazione di un governo di unità nazionale che vede la partecipazione anche di esponenti delle opposizioni democratiche – ha spiegato Frattini -, la situazione in Tunisia dopo la rivolta si va normalizzando». Sarà insomma, rileva Frattini, «una transizione normale che l’Italia incoraggia e sostiene e che dovrebbe sostenere con forza tutta l’Europa, senza però intervenire in modo paternalistico» sul post rivolta in Tunisia.



Leggi anche

TURISMO/ La Scuola italiana di ospitalità sbarca in Egitto con il Campus Enrico Mattei