Voli aerei: le pagine dei giornali e le news dei telegiornali sono piene di notizie relative ai ritardi dovuti al maltempo, a qualche maleducazione da parte del personale viaggiante, ai bagagli che vengono dimenticati nella città di partenza.
E’ abbastanza normale in ogni settore: purtroppo sono sempre le notizie cattive ad attirare i lettori invece che le buone. Per un volta, però, un pilota di jet ha guadagnato la nomea di eroe. Una bella storia che per una volta merita la prima pagina Se c’è una cosa che manda sui nervi i viaggiatori di un volo aereo, è, dopo aver finito le interminabili file ai check in, ai controlli di sicurezza, e finalmente aver preso il proprio posto, sentire la voce del comandante che annuncia: “Siamo spiacenti ma…”.
E via con qualche giustificazione di ritardo partenza che a volte arriva anche alle ore passate seduti imbottigliati nella carlinga del velivolo. A volte questi ritardi improvvisi significano perdere la coincidenza che ci aspetta in un’altra città per la nostra destinazione definitiva.
Eppure molti non sanno che certi ritardi sono dovuti ad azioni gentili da parte dei piloti che rischiano i rimproveri dei responsabili della loro azienda per aspettare qualche passeggero in ritardo, il cui parente magari è rimasto bloccato ai controlli di sicurezza oppure, casi straordinari come quello di questa storia. Una storia che si è venuta a conoscenza perché la moglie del protagonista l’ha raccontata a un autore di un blog. E’ una notizia orribile quella che ricevono una sera una coppia di sposi di mezza età residenti a Los Angeles.
La notizia è che il loro nipotino di 3 anni è stato ucciso dal fidanzato della loro figlia. La figlia vive a Denver, nel cuore degli Stati Uniti. La ragazza decide di donare gli organi del figlioletto ucciso: saranno ben 25 le persone che beneficeranno di queste donazioni. Insomma, un sacrificio che salverà innumerevoli vite. Il padre della ragazza, ovviamente distrutto al pensiero della morte del nipotino e delle condizioni della figlia, decide di mettersi immediatamente in viaggio per poterlo vedere un’ultima volta prima del funerale. L’uomo trova un volo che però fa tappa a Tucson, poi deve prendere una coincidenza per arrivare a Denver.
Nel suo racconto, la moglie dell’uomo dice che gli addetti dell’agenzia di viaggio fecero fatica a trattenere le lacrime sentendo i motivi del viaggio. In stato confusionale per il dolore, l’uomo, arriva all’aeroporto di Los Angeles con due ore di anticipo. Nonostante questo, la lunga fila e le lungaggini per lo smistamento dei bagagli mette l’uomo nelle condizioni di rischiare di perdere il volo. Disperazione. Inutili le richieste quasi in lacrime al personale affinché gli permetta di passare avanti nelle file dei controlli. Niente da fare.
Sebbene perdere quel volo avrebbe significato per lui perdere l’ultima occasione di vedere il nipotino, nessuno si commuove per lui. I minuti passano e l’uomo riesce ad arrivare al suo terminal di partenza che ormai sono passati diversi minuti dall’orario di partenza. E qui succede l’impensabile. Vede piloti e personale di servizio davanti al cancello di marco. "E’ lei Mark?" chiede uno dei piloti. Siamo addolorati per la perdita di suo nipote. Abbiamo tenuto l’aereo fermo per aspettarla". "Senza di me" dice il comandante del volo "l’aereo non parte e io sono qui ad aspettarla. Adesso si accomodi, la porteremo a destinazione".
In totale, il volo parte con soli dodici minuti, ma la decisione del pilota è una decisione incredibilmente coraggiosa per chi fa quel tipo di lavoro. I piloti sono tenuti a far rispettare con la massima severità gli orari di partenza, le lamentele dei viaggiatori nei confronti delle compagnie aeree sono un lusso che esse non possono permettersi, pena la perdita dei clienti stessi. Ma il comandante del volo, che ha voluto rimanere anonimo, ha avuto abbastanza coraggio e fermezza per imporsi ai suoi superiori e ottenere di aspettare il signor Mark.
Una volta tornato a casa dal funerale, il signor Mark ebbe la curiosità di rivolgersi proprio alla compagnia aerea per sapere come avevano reagito alla decisione del comandante del volo di partire in ritardo. Non erano furiosi, anzi, Gli dissero di essere orgogliosi di quanto il pilota aveva fatto: rivedere il proprio nipote per l’ultima volta è decisamente più importante che partire in orario, fu il loro commento.
Così la prossima volta che vi troverete a bordo del vostro volo, e il comandante vi annuncerà che per qualche motivo la partenza è rimandata, aspettate un attimo prima di farvi prendere dalla rabbia: forse sta cadendo una storia dolorosa e allo stesso tempo meravigliosa come quella accaduta tra l’anonimo pilota americano e il suo passeggero, il nonno Mark.