– La Commissione di inchiesta polacca sulla tragedia del 10 aprile scorso, quando l’aereo presidenziale polacco, con a bordo l’allora capo dello Stato Lech Kaczynski e altre 95 persone, precipitò, imputa la colpa ai controllori di volo russi.

E’ giunta ad una conclusione la Commissione di inchiesta polacca sulla tragedia del 10 aprile scorso, quando l’aereo presidenziale polacco, con a bordo l’allora capo dello Stato Lech Kaczynski e altre 95 persone, precipitò, provocando la morte di tutti i passeggeri: la colpa sarebbe stata dei controllori di volo russi e – soprattutto – dei loro comandanti militari a Mosca che impartirono loro gli  ordini. Il Tupolev 154, mentre stava tentando di arrivare a Smolensk, avrebbe ricevuto indicazioni sbagliate dai controllori che erano, secondo il rapporto della commissione presieduto dal ministro dell’interno polacco Jerzy Miller, al limite dello stress.



Un altro aereo polacco era riuscito ad atterrare precedentemente per un soffio, mentre un velivolo proveniente da Varsavia aveva rinunciato. I controllori in un primo momento comunicarono al Tupolev 154 che non era possibile atterrare, per dargli in seguito l’ok.

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L’aereo del presidente stava volando circa 130 metri più in alto del dovuto e 80 fuori dalla linea della pista. Una conclusione opposta rispetto al rapporto russo, che imputava ai piloti polacchi la responsabilità dell’incidente.

 

Ora i rapporti tra i due stati rischaino di incrinarsi ulteriormente, proprio dopo l’iniziale riavvicinamento dell’ottobre scorso: allora, il presidente russo Dmitri Medvedev fece visita nella capitale polacca e ammise le responsabilità dell’Urss di Stalin nel massacro di Katyn, quando la polizia segreta sovietica uccise 22mila ufficiali delle forze armate polacche. Lech Kaczynski si stava recando in Russia proprio per omaggiare le vittime dell’eccidio.