Secondo il ministro degli Interni egiziano, Habib Al Adli, sarebbe un gruppo estremista islamico il respondabile dell’attentato della sera di capodanno nei confronti di una chiesa di cristiani copti che fece più di venti vittime e decine di feriti. Si chiamerebbe «Esercito dell’islam», e sarebbe una delle organizzazioni emergenti tra le più decise a rovesciare il regime di Mubarak.



Rilevante il fatto che l’«Esercito dell’islam» è un’organizzazione animata principalmente da militanti vicini ad al Qaeda di origine palestinese. Secondo il ministro egiziano, la rapida inchiesta «ha confermato il coinvolgimento del gruppo nella pianificazione dell’attentato». Immediata la smentita del portavoce dell’Esercito, si aspetta anche una presa di posizione di Hamas, da sempre considerata vicina al gruppo in queste ore sotto accusa.



La secca dichiarazione di Habib Al Adli, potrebbe gettare ulteriore benzina nel delicato quanto improbabile dialogo fra Israele e Palestina, e più in generale sugli equilibri di tutto il Medio oriente.

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«Abbiamo le prove decisive del loro atroce coinvolgimento nell’ideazione e nell’attuazione di questo infame atto terroristico», ha detto il ministro in modo inequivocabile di fronte alla televisione di Stato egiziana.

 

«C’è una mano straniera dietro l’attentato alla Chiesa dei Santi», aveva detto il presidente Mubarak nei giorni immediatamente successivi alla strage. Non è chiaro se già allora il governo del Cairo seguisse una pista prestabilita, o se abbia trovato conferma ai sospetti iniziali con il susseguirsi dei giorni.
Gli analisti, tuttavia, invitano alla prudenza sul considerare attendibili le dichiarazioni del governo egiziano.