Continuano le proteste in Egitto e si acuisce la repressine. Mentre El Baradei si accinge a prendere la guida dell’opposizione, saltano le connessioni internet.

L’Egitto reprime le manifestazioni dei cittadini che chiedono riforme politiche e sociali. Il governo ha annunciato «misure decisive»per contrastare la piazza, «in conformità alla legge». Oggi è prevista una grande protesta contro il presidente Mubarak, il “venerdì della collera”, mentre Mohamed El Baradei, ex direttore dell’Agenzia internazionale atomica e Nobel per la pace, dovrebbe assumere oggi, ufficialmente, il ruolo di leader dell’opposizione.



Intanto, le connessioni internet a Il Cairo sono saltate, a quanto riferiscono diversi hotel e utenti privati, così come sono saltate le comunicazioni tra telefoni cellulari, mentre già da alcune ore era impossibile inviare sms.

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Una ventina di esponenti dei Fratelli musulmani – tra cui, sembra, 5 ex deputati e 5 dirigenti del movimento – sono stati arrestati. Si tratta del principale partito di opposizione e, dopo esser rimasto finora in disparte rispetto alle proteste, aveva deciso di prender parte a quelle di oggi.



 

Nel frattempo Human Rights Watch, organizzazione non governativa Usa, ha denunciato i metodi della polizia egiziana, e il suo utilizzo della forza in misura «totalmente inaccettabile e sproporzionato». Da martedì, l’associazione ha contato 9 morti –  ma le stime ufficiali parlano di 7, 2 poliziotti e 5 civili -, mentre teme per le sorti degli 800 arrestati, a rischio di «possibili maltrattamenti».

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