L’esercito è in strada, mentre i manifestanti non hanno rispettato il coprifuoco e hanno sfidato i tank. La Clinton ha chiesto di non reprimere le proteste con la violenza.

L’Egitto è dominato dal caos. Il Paese è in fiamme. L’esercito è in strada, con mezzi armati e blindati e nelle strade continuano ad acuirsi gli scontri. Incerto il bilancio delle vittime. Sarebbero 4. Tra queste si conta anche un 14enne ucciso a Port Said. I feriti sono ormai 870 i feriti. Il coprifuoco è stato esteso, oltre che a Il Cairo ad Alessandria e Suez.



Tuttavia, i manifestanti lo hanno ignorato, sfidando la polizia e andando incontro a 10 tank che presidiavano la Capitale. E’ stata incendiata la sede del Partito Nazionale democratico di Hosni Mubarak, mentre la centralissima Piazza al-Tahrir sarebbe sotto il controllo, ormai dei manifestanti. La folla ha preso d’assalto anche la tv di Stato.



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Intanto, Washigton ha chiesto di «Ripristinare l’accesso a Internet », mentre il segretario di Stato Hillary Clinton, definendo «senza precedenti» la decisone di bloccare gli accessi, ha detto che il popolo egiziano ha «il diritto di vivere in una società democratica che rispetti i diritti umani di base». La Clinton ha, poi, aggiunto: «Gli Usa sono partner del governo egiziano e del suo popolo», chiedendo al governo di «affrontare il nodo delle riforme venendo incontro alle richieste di chi sta manifestando» e di non usare «violenze contro i dimostranti».



 

La Farnesina, dal canto suo, esprimendo «profondo rammarico per le vittime civili» ha chiesto di «Cessare immediatamente le violenze».
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