Una delegazione di leader tribali si è recata presso l’arciodiocesi di Kirkuk in Iraq per esprimere solidarietà ai “fratelli cristiani” dopo le recenti strage effettuate nei loro confronti nello stesso Iraq e in Egitto.

Si tratta di una ventina di sceicchi di tribù residenti a Nassiriyia, Kerbala, Diwaniyia, Imara e Basra. Si sono recati a presentare gli auguri di anno nuovo all’arcivescovo caldeo di Kirkuk. e per esprimere solidarietà e sconcerto per l’emigrazione di massa a cui sono sottoposti i cristiani dopo l’attacco alla cattedrale di Baghdad dello scorso 31 ottobre e alla chiesa coopta di Alessandria d’Egitto del 31 dicembre. “L’Iraq senza i cristiani non sarebbe l’Iraq” hanno detto.



Un altro sceicco ha raccontato come la sua tribù, prima dell’arrivo dell’Islam nel Settimo secolo, fosse una tribù di cristiani: “Non possiamo dimenticare le nostre radici”. Altri hanno dichiarato che essendo tutti figli di Adamo e Abramo, le radici comuni vanno strette in modo sicuro. Gli sceicchi hanno regalato al vescovo una spada come segno di protezione per i cristiani, ma lil vescovo ha declinato dicendo che “la spada dei cristiani è l’amore”.



Il vescovo Sako ha poi dichiarato: "Come ha detto il Papa, gli attacchi contro persone innocenti offendono Dio e l’umanità. Se vogliamo costruire una vita in armonia, dobbiamo educare i nostri figli al rispetto di chi è diverso in termini di religione, cultura, razza e rispettare il mosaico umano che Dio ha creato". Intanto, a Baghdad, una donna cristiana di 44 anni èstata uccisa nella sua abitazione. Era una dei sopravvissuti al massacro in chiesa del 31 ottobre, e in tutto questo tempo non aveva mia smesso di recarsi in chiesa.

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