Sarebbe morto in seguito a torture da parte delle forze dell’ordine il giovane egiziano Sayed Bilal, arrestato durante le indagini sull’attentato del primo gennaio contro una chiesa cristiana di Alessandria. La denuncia arriva da un centro per i diritti umani di Alessandria, il Dahaya Human Rights Centre: secondo un avvocato del Centro, la famiglia di Bilal avrebbe sporto denuncia presso la procura di Alessandria.
Il giovane, trentunenne appartenente ad un gruppo fondamentalista, era stato arrestato il 5 gennaio ed è morto il giorno successivo. Sarebbe deceduto a seguito di torture subite mentre era in stato di arresto, per essere interrogato a proposito dell’attentato che è costato la vita a 23 cristiani egiziani.
Secondo gli attivisti del Dahaya, le forze di sicurezza egiziane avrebbero sepolto il corpo nella notte dopo averlo trasferito ad un centro medico, per dare l’impressione che Bilal fosse deceduto per un deterioramento delle sue condizioni di salute.
Su YouTube intanto è apparso un video – probabilmente diffuso dagli stessi familiari del ragazzo – che mostra ferite e bruciature sul corpo di un giovane.