Sono 20 le vittime degli scontri in Tunisia per le manifestazioni contro il carovita e la disoccupazione.

Il carovita, la disoccupazione e la crisi economica stanno sortendo in tutto il Maghreb effetti devastanti. Nella notte tra sabato e domenica, in Tunisia, gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine hanno provocato una ventina di morti. Sono state uccise, in particolare, 20 persone in due città, Tala e Kasserine.



E’ stata la polizia che, aprendo il fuoco sui manifestanti, ne ha uccisi 20, tutti tra i 17 e i 34 anni. Sei feriti gravi, poi, sono stati portati in un ospedale di Kasserine, mentre sabato un commerciante ambulante si è dato fuoco al mercato di Sidi Bouzid, lo stesso luogo in cui, il 17 dicembre, un altro uomo si ucciso nella stessa maniera. L’ambulante ha 50 anni, padre di due figli, ed è stato ricoverato con ustioni gravissime.



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Intanto, Ahmed Nejib Chebbi, tra i leader dell’opposizione nel paese si è rivolto al presidente Zine Abidine Ben Ali chiedendo che dia l’ordine di non sparare. «Faccio un appello urgente al presidente della Repubblica per chiedergli far cessare il fuoco immediatamente per salvare la vita a cittadini innocenti e rispettare il loro diritto a manifestare», ha dichiarato Bel frattempo in Algeria, dve gli scontri proseguono da giorni, sono saliti a cinque i morti, mentre i feriti da quando sono iniziati i disordini e le manifestazioni sono 826 feriti, di cui 763 sono agenti.