Non è ancora ben chiara quale sia la sortadi Muammar Gheddafi, il Colonnello libico per oltre 40 anni guida politica del Paese nordafricano. Secondo la televisione di stato libica sarebbe addirittura morto, ucciso da un colpo di arma da fuoco in testa. In precedenza, Libya Tv aveva dato la notizia della cattura di Gheddafi, che pareva essere stato solamente ferito alle gambe. Per ora la Nato, che ha seguito le operazioni di guerra in Libia, sostenendo le truppe di ribelli, fa sapere che ci vorrà del tempo per poter confermare la cattura di Gheddafi. Il Cnt, l’autorità di governo transitorio della Libia controllata dai ribelli, conferma invece che l’ormai ex Rais è morto in seguito alle ferite riportate durante la cattura. Al Jazira, emittente televisiva araba, sostiene invece che la morte sia avvenuta nel corso di una sparatoria.
Il Presidente del Consiglio italiano, appresa la notizia, seppur non ancora ufficialmente confermata, avrebbe così commentato: “Sic transit gloria mundi”, aggiungendo poi che “la guerra è finita”. Lo riferiscono alcune fonti presenti a una riunione del Pdl al cui Premier stava partecipando. Il ministro degli Esteri, Ignazio La Russa, ha spiegato che la notizia della morte di Gheddafi è ancora tutta da verificare. L’unica certezza, ha spiegato, è che Sirte è stata conquistata e questo era già deciso fosse l’ultimo atto che preludeva alla nascita del governo provvisorio. L’ambasciatore italiano a Tripoli, Giuseppe Buccino Grimaldi, resta anch’egli in attesa di una conferma ufficiale, anche se ritiene che la sua cattura sia molto probabile.
A smentire la notizia di cattura o morte di Gheddafi pare esserci solo il sito di un’emittente libica fedele al Colonnello, che sostiene che la notizia sia stata diffusa ad arte dalla Nato e che in realtà egli goda di buona salute.
Nel caso la notizia fosse confermata, Gheddafi passerà comunque alla storia come il più longevo dei leader arabi. Andato al potere all’età di 27 anni (nel 1969) dopo un colpo di Stato contro re Idris, è diventato la “Guida della grande rivoluzione della Grande Jamahiriya araba libica popolare e socialista”.
A febbraio di quest’anno, la rivolta contro il regime (a seguito anche delle insurrezioni in altri paesi vicini come Tunisia ed Egitto) ha dato il via a una guerra civile, cui, dopo circa un mese, la Nato, dopo una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ha deciso di prendere parte in appoggio dei ribelli.