Cambio di strategia nei Paesi Bassi sull’uso della cannabis. Dopo decenni di liberalizzazione in cui era possibile fumare tranquillamente i prodotti della cannabis in appositi coffee shop adesso il governo di destra ha imposto uno stop. Da anni l’Olanda era la meta del turismo della droga da tutta Europa, ma anche dagli Stati Uniti, grazie alla possibilità di consumare spinelli in ogni locale pubblico. Adesso gli spinelli diventano droga pesante: già da qualche tempo è stato fatto divieto a tutti gli stranieri, dunque ai turisti che si recano in Olanda, di acquistare droga nei locali, permesso rilasciato solo ai residenti (il che ovviamente non evita che un turista possa acquistarne tramite un cittadino olandese). Adesso nuovo inasprimento che vale per tutti: le sigarette di marijuana dovranno contenere una percentuale di thc, il principio attivo della cannabis, non superiore al 15%. Uno studio eseguito nel 2010 aveva dimostrato che l’80% della cannabis in distribuzione nel paese aveva invece una percentuale che superava i 15% del thc. Per il governo, tale decisione è frutto di quanto aveva stabilito una commissione del precedente governo di sinistra sulle conseguenze della thc sulla salute. delle persone. Tempi sempre più duri dunque per i frequentatori dei coffee shop alla cannabis olandesi: nel 2012 i proprietari dei locali dovranno anche dar vita a una carta fedeltà il cui scopo è scoraggiare il turismo della droga. Situazione di livello alquanto diverso invece nella Repubblica Ceca. Qui si sta infatti mettendo a punto una legge che considera la cannabis una medicina che le persone colpite da gravi malattie (cancro, sclerosi multipla e malati terminali) possono tranquillamente consumare. I giornali della Repubblica Ceca, parlando del progetto di legge, dicono che la droga sarà coltivata direttamente dallo Stato in stabilimenti privati con licenza governativa o importata dall’estero, ed esattamente dai Paesi Bassi. Il nuovo tipo di medicina alla cannabis dovrà poi essere distribuito nelle farmacie e con richiesta medica per evitare il mercato nero. Recentemente, nel 2010, una proposta di legge affinché la cannabis venisse distribuita come medicinale ai malati terminali o ai malati di tumore, era stata avanzata anche in Regione Lombardia, da alcuni consiglieri della sinsitra e dei radicali.
La motivazione di tale richiesta di legge, che poi è caduta nel nulla, era data da un decreto risalente al 2007 del ministero della salute che includeva nella tabella delle sostanze stuepfacenti con proprietà terapeutiche che i medici potevano prescirvere, derivati naturali o di sintesi della cannabis. Sembra però che i medici che in Italia prescrivono tali derivati siano una percentuale ridottissima.