La situazione si sta facendo di ora in ora sempre più incandescente. Il governo britannico appare tutt’altro che intenzionato a subire passivamente le rappresaglie dell’Iran. Martedì pomeriggio una folla di manifestanti, per lo più studenti islamici e miliziani, ha preso d’assalto l’ambasciata britannica con lanci di pietre e molotov. Per alcune ore sono stati sequestrai sei funzionari inglesi. La situazione è tornata alla calma solo dopo ore e l’intervento delle forze di sicurezza. L’episodio è legato alle nuove sanzioni che Usa, Canada, Ue e Inghilterra hanno deciso di adottare contro Teheran in seguito al dossier dell’agenzia europea per l’energia atomica che ha testimoniato come il paese degli ayatollah abbia compiuto significativi passi in avanti per dotarsi di tecnologia nucleare allo scopo bellico. Il primo ministro David Cameron ha fatto sapere che non escluderà «risposte molto dure», dopo l’attacco di ieri. Intervenendo alla Camera dei Comuni, ha definito l’assalto «spaventoso e vergognoso». Il primo atto derivante dall’episodio – che potrebbe essere determinato come “casus belli” – è stata la chiusura dell’ambasciata e il ritiro di tutto il corpo diplomatico dal Paese. Contestualmente, il presidente francese, Nikolas Sarkozy, ha richiamato la necessità di imporre nuove sanzioni contro il regime di Ahmadinejad, condannando «fermamente» l’attacco «scandaloso». Come è giù stato annunciato, si ricorrerà al congelamento delle risorse della Banca centrale iraniana e all’embargo totale sulle esportazioni di petrolio del Paese. Per definire il da farsi, inoltre, è stata fissata una riunione degli ambasciatori europei in Iran. Si parlerà di questo, con ogni probabilità, anche domani, a Bruxelles, durante la riunione dei ministri degli Esteri dell’Ue. Dura anche la reazione americana. Il segretario di Stato Hillary Clinton, ha parlato di «un affronto alla comunità internazionale», condannando «l’attacco nei termini più duri possibili». Contestualmente, in Iran, ha cessato la sua attività anche l’ambasciata norvegese nella Capitale; tuttavia, la rappresentanza nordica continua a svolgere la propria attività in un’altra zone della città.
Sono state anche chiuse le scuole francese, britannica e tedesca, che si trovano nel medesimo quartiere dell’ambasciata inglese e ospitano circa 200 alunni. Intanto, gli Emirati arabi hanno deciso di sospendere i voli in partenza e in arrivo dall’Iran.