Non vi è più spazio per i dubbi. Il dossier Iran, a questo punto, si complica terribilmente. Il tanto atteso rapporto dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, dopo numerosi tentennamenti e lunghissime incertezze, alla fine ha sentenziato. Con estrema nettezza: l’Iran, fino al 2003, ha lavorato alla realizzazione delle bomba atomica, con un programma strutturato. E, tuttora, ci sono elementi che possono far sostenere che la Repubblica islamica si stia dotando di ordigni nucleari. «Potrebbe aver pianificato e avviato sperimentazioni preparatorie che sarebbero utili nel caso in cui volesse condurre un test per un ordigno nucleare». Nel rapporto dato in consegna ai paesi membri, sono espresse le preoccupazioni del possibile impiego militare che il Paese sarebbe intenzionato a fare. Del resto, le operazioni sarebbero già a buon punto. Lo stato guidato dagli Ayatollah, non solo avrebbe lavorato alla realizzazione dell’ordigno bellico, ma si sarebbe spinto fino a testare alcuni suoi componenti. Sarebbe, inoltre, già stato trasferito del materiale nucleare in un bunker sotterraneo a Fordow, a Nord della città di Qom.
A contribuire al progetto, sarebbe stato un tecnico straniero, esperto di ordigni atomici che, oltre a disporre delle conoscenze tecnologiche e scientifiche necessarie, avrebbe trascorso buona parte della sua carriera a consentire al suo Paese di origine di sviluppare la tecnologia nucleare bellica. Da indiscrezioni, si apprende che si potrebbe trattare dello scienziato russo Vyacheslav Danilenko. L’Iran, dal canto suo, nega ogni addebito e sottolinea come il rapporto si basi su documenti contenuti in un pc portatile rubato nel 2004. Documenti che, secondo le autorità competenti iraniane, si sarebbe dimostrato da tempo che erano falsi. Il presidente Mahmoud Ahmadinejad, invece, fa sapere che non a nessua intenzione di abbandonare il piano nucleare, e, riferito agli americani, ha aggiunto: «se vogliamo tagliare la mano che hanno allungato sul mondo non abbiamo bisogno del nucleare». Sta di fatto che in seno al mondo occidentale c’è tensione. Il capo della diplomazia europea, Catherine Ashton, ha detto che, in seguito alla diffusione del rapporto, che considera basato su fonti attendibili e coerenti, aumentano le preoccupazioni anche in sede Ue. Il ministro degli Esteri francese Alain Juppé ha chiesto, in invece, la convocazione del Consiglio di sicurezza Onu e invocato pesanti sanzioni.
E mentre il Dipartimento di Stato americano ha fatto sapere di volere prender tempo e leggere dettagliatamente il rapporto, prima di decidere il da farsi, il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha dato disposizione ai suoi ministri di non fare alcun commento in merito. Secondo la tv israeliana, tuttavia, sarebbe già stato messo a punto uno degli attacchi aerei più imponenti della storia. 100 velivoli si leverebbero contemporaneamente da terra per bombardare l’Iran con missili balistici Jericho.