Secondo gli studi del Centro Gallup di Abu Dhabi, la percezione che i Paesi arabi e islamici hanno dell’Occidente è estremamente migliorata. Lo studio, basato sui dati provenienti da 45 Stati, registra come l’opinione pubblica di tali Paesi sia stata profondamente modificata dalle primavere arabe. In particolare, l’indice della percezione Occidente-Islam denota come alcuni tra quelli in cui l’incremento è stato più significativo siano proprio Tunisia e Bahrein (+12 punti), ed Egitto (+8 punti), tutti teatro di insurrezioni. «Da quanto ho appreso dagli organi di informazione arabi, anche a me, effettivamente risulta che sia in atto un cambiamento della percezione dell’Occidente», afferma, raggiunto da ilSussidiario.net, Camille Eid, docente di Lingua araba nell’Università Cattolica di Milano. Che, illustrando le ragioni di un simile cambiamento, afferma: «si è riconosciuto a Europa e Stati Uniti (anche se più all’Europa, che agli Stati Uniti) di aver agito, attraverso pressioni, sui regimi contestati affinché la situazione cambiasse. In particolare, viene riconosciuto alle Nazioni occidentali di aver levato il proprio appoggio ai leader di Egitto e Tunisia, considerati fantocci guidati da loro stesse da gran parte dei popoli protagonisti delle rivolte».
Tuttavia, non si deve pensare che siamo di fronte a un nuovo equilibrio mondiale: «non è stata ancora risolta, infatti, la questione fondamentale del mondo arabo, quella palestinese. Lo si è visto nel corso del tentativo del presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, di far sì che i territori amministrati dall’organismo venissero riconosciuti come Stato da parte delle Nazioni Unite». L’operazione era stata ostacolata dagli Usa e da altre Nazioni europee che avevano posto il veto. «Il che non è stato preso per niente bene dal resto del mondo arabo». In ogni caso, un miglioramento rispetto al passato c’è stato. «Difficile – aggiunge Camille Eid – dire, attualmente, come questo cambiamento di percezione determinerà i rapporti reciproci. Resta, infatti, ancora da capire chi prenderà effettivamente il potere in Libia e in Egitto (la Tunisia ha già espresso il nuovo presidente) e come si svilupperanno le dinamiche interne a questi Paesi. In questo momento, in generale, sembra che i maggiori consensi li stiano ottenendo i partiti islamici moderati. Questo all’occidente andrà bene nella misura in cui saranno mantenute le promesse di pluralismo e di rispetto delle minoranze etnico religiose».
Va rilevato che, tra i Paesi occidentali presi in considerazione (Francia, Germania, Paesi Bassi, Usa e Italia), la classifica del gradimento ci vede al penultimo posto, prima dell’America. «Mi sorprende molto» afferma il professore. «In genere gli italiani sono più apprezzati. In tutti i conflitti sono considerati quelli meno coinvolti nelle operazioni belliche e maggiormente attivi in quelle di assistenza umanitaria e sanitaria». Non solo: «in genere sono maggiormente graditi anche per il fatto che non hanno avuto un passato coloniale paragonabile a quello di altri Paesi. Credo che chi ha risposto non abbia valutato attentamente tali distinzioni, né avesse una conoscenza sufficiente del nostro Paese».