Il presidente degli Stati Uniti terrà oggi una dichiarazione ufficiale sul caso delle tasse e degli sgravi fiscali sugli stipendi di milioni di americani. E’ in atto infatti uno scontro a livello politico per l’estensione degli sgravi sugli stipendi tra repubblicani e democratici, uno scontro che ricorda quello durissimo della scorsa estate per l’aumento del tetto pubblico che rischiò di trascinare gli Stati Uniti nel default. Di fatto, quella crisi con scontro fra le due forze politiche del Paese ebbe un effetto comunque grave, il declassamento operato da Standard & Poor’s. L’agenzia tagliò la tripla A con il declassamento conseguente, per la prima volta, della valutazione del Paese. Adesso invece si dibatte sugli sgravi sugli stipendi. La Camera aveva infatti approvato l’estensione di due mesi degli sgravi, mentre il Senato ha bocciato l’iniziativa. Il motivo ufficiale è che l’estensione, per essere favorevole, dovrebbe essere allungata di un anno in modo da garantire maggiori certezze di riuscita. A sostegno di tale campagna, il governo americano ha anche lanciato una iniziativa popolare tramite il sito ufficiale della Casa Bianca in cui si chiede di esprimere una opinione favorevole e di sottoscrivere un versamento di 40 dollari al mese. Senza l’accordo fra i due rami del Parlamento, la mancata estensione degli sgravi è previsto che causi, a partire dal primo gennaio un aumento di tasse sugli stipendi di 160 milioni di americani passando così dal 4,2% al 6,2%. Dal primo gennaio infatti scadranno gli sgravi fiscali e i sussidi di disoccupazione per 160 milioni di americani. La proposta di estensione è stata bocciata con 229 voti contrari e 193 a favore. Adesso viene chiesto l’avvio di trattative immediate per trovare una soluzione alle divergenze in corso entro la fine dell’anno. Immediatamente dopo il voto negativo Obama aveva fatto sapere il suo pensiero al proposito: “La ripresa è fragile ma è nella giusta direzione. Una mancata azione sulle tasse sul lavoro potrebbe danneggiare l’economia”. Aveva poi avvertito dell’importanza del caso in questione. “Non è una partita a poker, non è un gioco. Il tempo sta scadendo e se la Camera si rifiuta di approvare il testo passato in Senato le tasse saliranno fra 11 giorni”.



Secondo gli esperti, in realtà, lo scontro in atto non sarebbe tanto sul prolungamento o meno degli sgravi, ma sul come reperire i fondi per finanziare tali sgravi. Alle 18 di oggi dunque il monito del capo dello Stato americano.

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