“Le autorità federali della Nigeria, i servizi segreti e i leader musulmani non fanno nulla per difendere i cristiani e non osano neppure condannare gli attentati. I terroristi di Boko Haram non guardano in faccia a nessuno e sono pronti a colpire chiunque provi a contrastarli. E così gli stessi giudici, quando per caso mettono le mani su un terrorista, lo liberano subito dopo perché hanno paura”. E’ la denuncia di monsignor Ignatius Kaigama, arcivescovo di Jos, una delle città colpite dagli attacchi contro le chiese che hanno insanguinato il Natale in Nigeria. Intervistato da Ilsussidiario.net, racconta che “il Natale scorso le chiese della mia arcidiocesi erano state colpite da un altro grave attentato. I cristiani conoscono perfettamente i rischi che corrono recandosi a messa, ma non si fanno fermare perché sanno che quando hai paura sei già morto, anche se nessuno ti spara. Quindi è meglio avere fede, perché il Signore è la fortezza. E’ questa la certezza che comunicano tutti i cristiani nigeriani andando a messa nonostante il rischio di attentati”.



Qual è l’origine degli attentati contro i cristiani?E’ l’azione di gruppi fanatici, chiamati Boko Haram e legati ad Al Qaeda. Il loro obiettivo è la distruzione di tutto ciò che rappresenta la civiltà occidentale. Boko Haram significa “l’educazione occidentale è un sacrilegio”. Per loro la religione cristiana è qualcosa che proviene dall’Occidente, e che quindi non è consentita. Il gruppo islamista considera la stessa Costituzione nigeriana come un prodotto della civilizzazione occidentale, e preferisce sostituirla con la Sharia. Boko Haram insomma è caratterizzato dal fanatismo più radicale. Gli stessi musulmani normali disapprovano profondamente le sue azioni, anche perché gli attentati non colpiscono solo le chiese, ma anche la polizia, le caserme e la stessa sede delle Nazioni unite ad Abuja.



I cristiani troveranno la forza per non vendicarsi?

Noi vescovi nigeriani predichiamo sempre a tutti i fedeli che Cristo deve essere il centro della nostra vita. Dobbiamo quindi imitare il suo esempio. Quando la tua casa è stata bruciata, tuo fratello, tua sorella o i tuoi genitori sono stati uccisi, la tua chiesa è stata distrutta, è molto difficile mettere in pratica il perdono e la carità. Ma è quello che continuiamo a predicare di continuo. La maggior parte dei cristiani ci ascolterà, mettendo da parte ogni desiderio di vendetta. Ma purtroppo, ciò non esclude la possibilità di rappresaglie da parte dei piccoli gruppi radicali che esistono pure tra i cristiani e che intendono farsi giustizia da sé. Queste persone, che pure esistono, non hanno però il minimo avallo da parte della Chiesa.



Dopo gli attentati di un anno fa, quanto è avvenuto a Natale era prevedibile?

I cristiani sanno che è così, e quelli più coraggiosi vengono a messa affrontando ogni pericolo. Mentre chi sente di non avere questa forza d’animo, pur di partecipare ugualmente al Natale compie un lungo viaggio e si reca in città dove i terroristi sono meno numerosi. A Jos infatti è palpabile che la situazione nei confronti dei cristiani non è amichevole. Nella mia diocesi comunque abbiamo avuto un buon numero di fedeli, e alla messa di mezzanotte tutte le chiese erano piene. I cristiani in Nigeria sono molto forti, pronti ad affrontare la situazione e a non farsi dominare da una cultura della paura. Perché quando hai paura sei già morto, anche se nessuno ti spara. Quindi è meglio avere fede, perché il Signore è la nostra fortezza. E’ questa la certezza che comunicano tutti i cristiani nigeriani andando a messa nonostante il rischio di attentati. Nello stesso tempo però non basta pregare, ma occorre tenere gli occhi aperti affinché il nostro governo faccia il possibile per sconfiggere questi gruppi anti-sociali.

Quali sono i partiti politici e le potenze straniere che sostengono Boko Haram?

Non lo sappiamo, Boko Haram è un’entità molto misteriosa. Anche in Nigeria, non sappiamo chi ci sia realmente dietro di loro, né chi fornisce loro fondi e armi. I nostri servizi segreti devono fare di più, perché le armi utilizzate per gli attentati circolano liberamente in tutta la Nigeria senza che nessuno ne sappia niente.

Il governo federale sta facendo il possibile per fermare questa situazione?

No. Nessun terrorista, una volta arrestato, finisce per avere la pena che si merita. A Jos domenica sono stati arrestati quattro membri di Boko Haram, ma prima ancora che la notizia si sapesse erano già stati rilasciati. Mentre il 22 novembre scorso il senatore Ali Ndume era stato incarcerato per avere pianificato un attentato, e il 19 dicembre è stato rilasciato su cauzione. E’ questo il motivo per cui ritengo che non sia messa in atto un’attività d’intelligence sufficientemente incisiva, e la conseguenza è che gli attentati contro le chiese si ripetono in continuazione.

Quali sono le motivazioni per cui il governo non fa abbastanza?

I principali leader religiosi musulmani, il governo federale, le autorità dello Stato locale e i servizi segreti avrebbero la forza sufficiente per contrastare e distruggere Boko Haram. Eppure sono molto riluttanti a prendere qualsiasi provvedimento in questa direzione. L’unica spiegazione possibile per il loro comportamento è che hanno paura, perché Boko Haram non guarda in faccia a nessuno e attacca anche i leader musulmani e i politici laici. Il vero problema è questo, nessuno osa fare un solo passo avanti per condannare pubblicamente gli attentati di Boko Haram, figuriamoci arrestarne gli esponenti e punirli come prescrive la legge.

Europa e Stati Uniti stanno facendo il possibile per aiutare la Nigeria?

E come possono farlo, se il nostro governo non ha mai richiesto il loro aiuto? Se le autorità federali non sono in grado di gestire la situazione nel Paese è loro dovere chiedere il supporto internazionale, e francamente non mi riesco a capacitare del motivo per cui non lo abbiano ancora fatto. La Nigeria non ha bisogno di militari stranieri, ma di essere aiutata nel coordinamento delle forze di sicurezza federali. Il nostro governo dovrebbe rendersi conto che quanto sta avvenendo è ogni giorno più imbarazzante, oltre che estremamente doloroso per la nostra gente. Il problema non è solo dei cristiani, la gente non può più andare a scuola, nei mercati, in moschea, senza avere il timore di attentati terroristici.(Pietro Vernizzi)