Mons. Louis Sako, vescovo iracheno di Kirkuk, guarda con preoccupazione a quanto sta avvenendo in Egitto. La paura è che il paese africano possa diventare un nuovo Iraq con gli islamici al potere.

”Il Medio Oriente – spiega mons. Sako al Servizio di Informazione Religiosa della Cei – è un vulcano che fa paura, ci sono focolai di rivolte un po’ dovunque, anche se vanno operati dei distinguo in ordine alle cause. E’, tuttavia, una situazione preoccupante, cominciata con l’Iraq, la Tunisia, l’Egitto, e a poco a poco stiamo vedendo la Giordania, lo Yemen, la Siria. Se l’Egitto dovesse cadere in mano a forze islamiste sarà un problema per tutti e con innegabili ricadute negative per le minoranze cristiane”.



L’arcivescovo di Kirkuk sottolinea poi come l’Occidente non sembri rendersi conto del rischio di quanto sta avvenendo: è incapace, dice, l’Occidente per colpa della sua mentalità e della sua incapacità a muoversi a capire della reale situazione.

”Osserviamo adesso – dice mons. Sako – che gli Usa seguono con particolare preoccupazione la crisi egiziana. Il futuro di questa area del mondo è ignoto e fa paura. Penso al mio paese, l’Iraq: all’inizio gli Usa sono venuti parlando di democrazia, prosperità e ricchezza. Oggi l’Iraq è povero e con molti problemi. La democrazia non è un concetto esportabile. Se democrazia e libertà devono esserci, queste siano per tutti e non solo per un piccolo gruppo”. ”Le manifestazioni in Egitto – conclude il vescovo caldeo – vengono seguite dagli iracheni con sentimenti di tristezza” poiché ”hanno paura che l’Egitto sprofondi nella divisione etnica e religiosa avviandosi a replicare la situazione drammatica dell’Iraq. I timori di un nuovo Iraq sono evidenti”.



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