La transizione si fa confusa: Mubarak sembra non voler desistere, si teme un golpe militare.
Mubarak non molla. Pare. La notizia non è certa al 100 per cento. Ma non è neanche stata smentita. Ne ha dato annuncio Al Arabiya, riferendo che il Rais non avrebbe, i realtà, lasciato il paese, ma solamente Il Cairo. Le deleghe, poi, sarebbero state affidate, effettivamente al suo vice, Omar Suleiman, capo dei servizi segreti, ma non avrebbe mollato le redini del potere definitivamente. Il che è stato accolto con ira e sdegno dalla piazza e con preoccupazione dagli Stati Uniti. Si temte, in particolare, per l’eventualità di un colpo di Stato militare.
L’esercito, infatti, in seguito ad una lunga riunione del proprio Consiglio supremo, ha stabilito la fine dello Stato di emergenza, garantendo «una volta terminati i disordini», «il pacifico passaggio dei poteri» ed «elezioni libere». A molti, la legittimazione del passaggio di consegne e del piano di riforme proposto da Mubarak (che ha promesso di non ricandidarsi e di modificare la Costituzione) è parso come un dietrofront ed un appoggio al Rais. «Ci avete delusi, noi avevamo riposto in voi tutte le nostre speranze!», aveva urlato un manifestante strappando il microfono ad un colonnello che aveva letto in piazza il documento letto anche in tv. «Mubarak va processato!», hanno urlato i contestatori mentre l’ufficiale replicava: «No, questo non è un colpo di Stato».
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E mentre l’esercito garantisce che non ha alcuna intenzione di prendere in mano direttamente il potere, i vertici militari comunicano che «Alla luce dei recenti avvenimenti e del passaggio delle deleghe dal presidente al suo vice, e nell’interesse della stabilità e della sicurezza del Paese, garantiamo la fine dello stato d’emergenza». Intanto Mohammed ElBaradei, ex capo dell’Agenzia atomica internazionale, su Twitter appoggia le forze militari: «continuiamo a sperare che l’esercito venga dalla nostra parte. Tutta la nazione è per strada. Per il regime il solo modo per venirne fuori è dimettersi. Il potere del popolo non può essere schiacciato, avremo la meglio».