Le aspettative di ieri sono andate deluse: nel suo discorso televisivo il presidente Mubarak ha ribadito ancora una volta di non volersi dimettere. ha promesso di non ricandidarsi più, ma di voler rimanere al suo posto fino al termine del mandato per lavorare alla transizione pacifica del paese.

Cedendo poi la parola al vicepresidente Omar Suleiman, ha di fatto fatto intendere che i poteri effettivi sono passati a quest’ultimo. Rabbia dei manifestanti presenti a decine di migliaia in piazza Tahrir. Ieri le voci e anche le parole di rappresentanti dell’esercito avevano fatto credere a tutti che in serata Mubarak si sarebbe dimesso. Non è stato così. La folla ha risposto al suo discorso con un grido solo. “Vattene”. Delusione anche da Washington che sin dall’inizio della rivolta chiede a Mubarak di farsi da parte.



Ma a questo proposito l’anziano presidente è stato preciso: “Non accetto i dettami che vengono dall’estero”.

Mubarak ha chiesto scusa alle famiglie delle tante vittime degli incidenti degli ultimi giorni promettendo di punire i colpevoli delle morti, ha promesso la riforma di cinque articoli della Costituzione egiziana e l’abolizione di un sesto e ha assicurato a settembre libere elezioni: "Farò in modo che ci siano tutte le condizioni per tenere elezioni libere e trasparenti in Egitto". A tutto ciò ha risposto il leader dell’opposizione, ElBaradei: "L’Egitto sta per piombare nel caos – ha detto il premio Nobel – chiedo all’esercito di intervenire per salvarlo, e di farlo ora".



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