Ha ucciso due donne, un bambino di 11 anni e il loro cane e, dopo averne smembrato i resti, li ha nascosti in un albero cavo alto 18 metri. L’assassino, un ex detenuto di 30 anni, in questi giorni ha confessato il triplice omicidio avvenuto in novembre, raccontando alla polizia tutti gli agghiaccianti dettagli del suo efferato delitto.
TRIPLICE OMICIDIO – La vicenda è accaduta in Ohio, negli Stati Uniti, dopo un tentativo di furto riuscito male. Matthew Hoffman ha ammesso di avere ucciso Stephanie Sprang, 41 anni, la sua amica Tina Herrmann, 32 anni, e il figlio 11enne della Herrmann, Kody Maynard. Il sito web aolnews.com ha pubblicato ampi stralci della confessione lunga quattro pagine redatta da Hoffman. Tagliaboschi disoccupato, la notte del 9 novembre ha dormito in un sacco a pelo a circa 60 miglia da Columbus. La mattina seguente, ha atteso nascosto vicino alla casa delle vittime, finché tutti i proprietari sono usciti, e quindi è sgattaiolato dentro passando dal garage.
FURIA CRIMINALE – «La porta non era chiusa del tutto, e quindi sono entrato», ha dichiarato Hoffman. Aggiungendo di avere trascorso circa un’ora cercando degli oggetti di valore, ma senza trovare nulla. Si trovava nella camera da letto, preparandosi a lasciare la casa, quando è entrata la signora Herrmann. «L’ho affrontata e l’ho spintonata contro il letto a faccia in giù – ha rivelato -. Avevo un manganello e ho cercato di darle il colpo di grazia. L’ho colpita un paio di volte alla testa, ma non è svenuta. Le cose non andavano come dovevano, e ho iniziato ad andare nel panico».
COLTELLATE ALLA RINFUSA – Quando Hoffman non aveva ancora deciso che cosa fare di Tina, nella stanza è entrata la Sprang. Il criminale ha quindi pugnalato un paio di volte Hoffman al petto, uccidendola e quindi ha fatto lo stesso con Sprang. Poi è tornato indietro e ha pugnalato nuovamente Hermann. «A quel punto ero certo che entrambe le donne fossero morte», ha dichiarato Hoffman. Il cane di Herrmann non la voleva smettere di abbaiare, e quindi ha ucciso pure lui. A quel punto, rimasto con i cadaveri delle due donne e del cane, ha dovuto escogitare un piano. Inizialmente stava per andare a buttarli nello stagno vicino, ma ha quindi deciso di «trattare i corpi» e bruciare la casa.
FACCIA A FACCIA COI BAMBINI – Ha quindi portato i resti delle donne nel bagno e ha iniziato a smembrare le vittime. Gli sono state necessarie diverse ore prima di riuscire a completare le sue macabre operazioni. Ha quindi caricato quel che rimaneva su un veicolo appartenente a una delle donne, ma in quel preciso istante i due figli di Herrmann – Kody e una figlia 13enne – sono tornati a casa da scuola. «Ho aggredito i bambini, e la ragazzina è corsa immediatamente nella camera da letto – ha dichiarato Hoffman -. Ho pugnalato il maschietto nel petto un paio di volte. Sono corso quindi nella camera da letto dietro alla ragazza, per essere sicuro che non stesse telefonando per chiedere aiuto. Ho visto che non era al telefono, e non ho quindi trovato la forza di ucciderla».
SANGUE NELL’ABITAZIONE – Le indagini sul caso sono iniziate il giorno seguente, quando la signora Herrmann non si è recata al lavoro, e una collega è andata a casa sua per controllare se stesse bene. La collega non ha trovato nessuno in casa, ma è tornata il giorno seguente e ha notato il sangue all’interno dell’abitazione. L’automobile di Sprang era parcheggiata nel viale, ma il furgone di Herrmann non c’era. Le autorità in seguito hanno individuato il veicolo di Herrmann abbandonato in una proprietà del Kenyon College, a circa 50 miglia a nord-est da Columbus. Hoffman era nell’area in cui è stato trovato il furgone ed è stato interrogato dalle forze dell’ordine. L’uomo ha dichiarato che stava aspettando la sua ragazza, ed è quindi stato rilasciato.
L’ASSASSINO CONFESSA – Il giorno successivo alla scomparsa di Sprang e della famiglia di Herrmann, gli investigatori hanno condotto delle ricerche multiple sia a terra sia in elicottero. Il 14 novembre, una squadra di reparti scelti ha fatto irruzione nella casa di Hoffman, scoprendo la figlia 13enne di Hermann viva nello scantinato. Era legata a un letto fatto di foglie d’albero. Il procuratore della contea di Knox, John Thatchcer, ha promesso a Hoffman che non avrebbe richiesto la condanna a morte se avesse confessato i suoi delitti e portato la polizia nel punto in cui aveva nascosto i cadaveri delle vittime. Hoffman ha accettato e li ha portati a un albero cavo alto 18 metri. I resti smembrati delle vittime erano all’interno di sacchetti della spazzatura collocati dentro l’albero.
(Pietro Vernizzi)