Continuano i disordini e le manifestazioni e si aggrava il bilancio delle vittime in Nordafrica e Medioriente.
Continuano i disordini e le manifestazioni in Nord Africa a in Medioriente. Sono salite a 24, intanto, le vittime degli scontri, in Libia, tra i manifestanti e le forze dell’ordine. I comitati rivoluzionari libici, la base del potere di Muammar Gheddafi, hanno fatto sapere che nei confronti di chi protesta contro il regime, definiti «avventurieri» sarà attuata una risposta «violenta e fulminante». Inoltre, qualunque tentativo di «superare i limiti» sarà un «suicidio». La situazione è stata denunciata dall’organizzazione Human Rights Watch,
E mentre in Egitto un milione di persone scenderà in strada per la “Marcia della vittoria”, nello Yemen sarebbero tre i manifestanti uccisi dalle forze di sicurezza, 19 i feriti, due dei quali versano in gravi condizioni e sono stati sottoposti ad intervento chirurgico. Ad Aden, nello Yemen meridionale, nel quartiere di al-Mansoura la polizia ha aperto il fuoco contro i manifestanti che chiedono la cacciata di Ali Abdullah Saleh, alla guida del Paese da 32 anni.
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Non accenna a diminuire la tensione in Bahrein, dove ieri 3 persone sono state uccise dalle forze dell’ordine che hanno attaccato i manifestanti che erano accampati in piazza della Perla, nel centro di Manama. L’incursione ha provocato anche circa 200 feriti. Oggi sono stati celebrati i funerali di due delle vittime, seguiti da migliaia di persone che hanno seguito i feretri avvolti nella bandiera nazionale, diretti a Sitra mentre ripetevano slogan come «né sciiti, né sunniti. Unità nazionale» o «Sunniti e sciiti sono fratelli». Nel Paese, un piccolo arcipelago governato da una dinastia sunnita benché la maggioranza della popolazione sia sciita, sono state imposte pesanti limitazioni alla navigazione in Internet.