Stanchi dei soliti giochi da spiaggia? Il Giappone ha da offrire un’attrazione che potrebbe fare per voi. Hoshizuna è una piccola spiaggia silenziosa, sull’isola giapponese di Iriomote. I suoi pochi visitatori li troverete assorti in una strana attività: in ginocchio o chinati, passano le giornate a scorrere le mani nella granulosa sabbia dell’isola. La missione non è quella, impossibile, di contare i granelli della spiaggia. Sono alla ricerca. Alla ricerca della preziosa e rarissima “sabbia a stella”, una stranezza naturale che si trova ormai solo in pochi anfratti del Giappone. Si tratta di microscopici chicchi, di dimensione inferiore al millimetro, che hanno tutto l’aspetto di una stella in miniatura. Un gioiello che fa impazzire i collezionisti di mezzo mondo.
Gli abitanti di queste isole danno una spiegazione fantasiosa al fenomeno: i minuscoli astri sarebbero la progenie della Stella Polare e della Croce del Sud, le due stelle che vivono agli estremi opposti del firmamento. Nel loro unico incontro le due stelle avrebbero generato una miriade di piccoli figli, precipitati nel mare di fronte all’isola di Okinawa. Nelle acque insidiose dell’oceano, però, i pargoli avrebbero trovato ad attenderli un voracissimo serpente, pronto ad ucciderli uno ad uno. Le loro ossa sarebbero state allora lavate sulle spiaggia delle isole vicine, dove ancora oggi si trovano.
All’affascinante leggenda i biologi hanno affiancato una versione ben più prosaica: ogni “stella” è l’esoscheletro di un foraminifero, una specie di protozoi ameboidi eucarioti eterotrofi marini. Che fuori dal gergo incomprensibile degli esperti vuol dire: conchiglie. Ma di un tipo particolarissimo: si tratta infatti del guscio di organismi unicellulari, che raggiungono dimensioni sconosciute ad altri organismi della stessa specie. Delle cellule giganti col guscio a forma di stella. Magari non saranno i figli di qualche divinità celeste, ma il fenomeno è pur sempre di quelli unici al mondo.
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E anche sulla spiaggia di Hishizuna non si trovano poi molte di queste conchiglie. Il momento migliore per andare a caccia di “stelle cadute” arriva dopo le tempeste, quando le onde portano a riva i gusci rimasti nascosti in fondo al mare. Nelle altre giornate sarà difficile trovare più di qualche granello a forma di stella. Gli abitanti dell’isola così hanno messo su un business per i collezionisti rimasti a manivuote: nei negozi del villaggio più vicino è possibile acquistare manciate di stelle in miniatura per alcune decine di dollari. Ma c’è anche chi va poco per il sottile. Quando arrivano sulla spiaggia i pullman dei turisti giapponesi, si assisterà alla curiosa scena della “corsa al granello”: tutti si fiondano a raccogliere quanta più sabbia possibile, sperando che nel mucchio riescano a pescare anche una stella.
Le folle di turisti però sono una peculiarità dei mesi estivi. Nel resto dell’anno rimangono sull’isola di Iriomote solo i duemila abitanti del posto, oltre ad una numerosa fauna di animali esotici. Non a caso il posto è noto come la “Galapagos” del Giappone. La lince di Iriomote, o Yamaneko, e una specie rara e unica al mondo. Ne sono rimasti sull’isola solo cento o duecento esemplari, che di tanto in tanto si mostrano alla vista di qualche turista fortunato. A ricordare la loro presenza, però, ci sono i molti cartelli che invitano a guidare piano per evitare di investire uno dei rarissimi mammiferi.
L cuore dell’isola è coperto da una fitta foresta tropicale, che si riesce ad attraversare quasi solo via acqua: le crociere sul fiume Uruachi sono l’altra attrazione del luogo. Tra le ricca vegetazione di Mangrovie, l’acqua del fiume cambia colore man mano che se ne risale il corso: se nella parte bassa del tragitto le acque sono scure e minacciose, avvicinandosi alle sorgenti l’Uruachi si trasforma in un limpido torrente di montagna. Un lungo sentiero costeggia tutto il corso d’acqua, fino a raggiungere le cascate Kanbire: in mezzo alla natura incontaminata il flusso scroscia giù dalle rocce e si raccoglie in placide pozze dove si può godere un traquillo bagno nell’acqua fredda.
Meno limpida invece l’acqua della spiaggia di Hoshizuna, dove la vegetazione di alghe colora la superficie di splendidi colori, ma rendono poco piacevole il bagno. Una naturale protezione per i piccoli figli della Stella polare, che riposano sul fondo del mare, in attesa della tempesa successiva.